Dal baby kamikaze di Gaziantep a quello di Kirkuk: circa 250mila i minori coinvolti in conflitti nel mondo

Aveva poco più di 12 anni il kamikaze che venerdì ha ucciso 54 persone a una festa di nozze a Gaziantep, in Turchia, secondo Ankara per lo Stato islamico. Ieri a Kirkuk, in Iraq, la polizia ha fermato un 12enne che stava per immolarsi con una cintura esplosiva, nascosta sotto una maglietta del calciatore Lionel Messi, probabilmente costretto dall'Isis. Sono solo i due casi più recenti in cui il gruppo estremista islamico, che controlla zone di Siria e Iraq, ha usato bambini per i suoi attentati. I jihadisti hanno fatto comparire i minori anche in numerosi video di propaganda, mostrandoli mentre sparano in campi d'addestramento con armi grandi quasi quanto loro o freddano persone considerate 'infedeli'. La Corte penale internazionale considera un crimine di guerra l'arruolamento di bambini soldato, mentre secondo l'Unicef i minori coinvolti in conflitti nel mondo sono 250mila, usati non solo come combattenti o schiave sessuali, ma con i più vari incarichi. Secondo alcuni esperti, uno dei motivi per cui sarà particolarmente difficile sradicare lo Stato islamico è che lascerà dietro di sé migliaia di bambini indottrinati.

Secondo un rapporto della Georgia State University del febbraio scorso, l'uso di bambini e adolescenti da parte dello Stato islamico nel corso di un anno è triplicato. Per il Combating Terrorism Centre (Ctc), il 39% dei minori rimasti uccisi è morto facendo detonare veicoli, il 33% agendo come combattente a piedi, il 18% prendendo parte ad attacchi di gruppo conclusi con azioni kamikaze. Per l'Onu, sono migliaia i minori rapiti in Iraq, tra maschi e femmine. Non solo siriani e iracheni, perché il think-tank londinese Quilliam ha contato almeno 50 minori provenienti dal Regno Unito nei campi dell'Isis. E per il Ctc il numero è destinato ad aumentare, spinto dalla pressione delle operazioni militari nei territori controllati dall'Isis, dai raid aerei e dalle perdite economiche.

L'Isis non ha mai nascosto la sua intenzione di sfruttare i bambini e di creare future generazioni di jihadisti, chiamando i giovanissimi arruolati "cuccioli del califfato". Sulla sua rivista Dabiq ha invitato i genitori musulmani a sacrificare i propri figli in nome della 'causa': "Che cosa ti fa capire chi è la madre di cuccioli di leone? E' l'insegnante di generazioni e la produttrice di uomini". Il gruppo ha infatti un vero esercito di bambini soldato, sottoposti al lavaggio del cervello in centri di addestramento. Li vuole trasformare nella futura generazione di combattenti, rieducandoli nelle scuole islamiche, indottrinandoli con la sua versione radicale dell'islam, abituandoli ad azioni di estrema violenza. Un 13enne che è riuscito a fuggire in Turchia dopo che l'Isis lo ha portato in un campo di addestramento ha raccontato a Cnn che i bambini devono correre, leggere il Corano, imparare a sparare anche con i Kalashnikov, e vengono messi di fronte a terribili prove: devono assistere a crocifissioni, lapidazioni e decapitazioni.

Secondo la Missione di assistenza Onu in Iraq, per portarli nei campi di addestramento spesso il gruppo usa la coercizione o il rapimento. Ma anche la paura è un mezzo di arruolamento: i media vicino al 'califfato' lanciano continui messaggi avvertendo che i bambini che se rifiutano di eseguire gli ordini saranno frustati, torturati o stuprati. Reclutamenti che l'Onu ha descritto come effettuati "in maniera sistematica e organizzata". Laurent Chapuis, di Unicef per Medioriente e Nordafrica, ha dichiarato: "I bambini di appena 10, 12 anni vengono usati in ruoli diversi, come combattenti e messaggeri, spie, guardie, gestori dei posti di blocco, ma anche per incarichi domestici come cucinare, pulire, a volte curare i malati".

I gruppi terroristi non sono nuovi ad arruolare bambini e ragazzini per combattere, ma gli esperti ritengono il caso dell'Isis particolarmente preoccupante. L'Isis non li utilizza perché è a corto di combattenti, o perché essi forniscono vantaggi concreti, né tenta di nasconderli: secondo lo studio di Ctc, li tratta esattamente come soldati adulti. Per i jihadisti dell'autoproclamato Califfato islamico, l'infanzia non ha alcun valore. Tra gli altri gruppi estremisti che usano minori c'è Boko Haram: l'Unicef ritiene che uno su cinque attentati suicidi dell'organizzazione in Nigeria, Camerun e Ciad sia compiuto da minori. Anche l'al-Qaeda di Abu Musab al-Zarqawi usava gli adolescenti come kamikaze, per combattere le truppe americane, prima che il leader fosse ucciso nel 2006. Nel conflitto in Yemen, le forze irregolari sia filogovernative sia pro-ribelli sono accusate di aver arruolato adolescenti.

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