Vertice a 27 a Bratislava in cerca di un punto comune
Non ancora nata e già in piena "crisi esistenziale" (il copyright è di Jean-Claude Juncker). La nuova Europa – tra divisioni e false partenze – fa tappa a Bratislava. In un inusuale formato a 27 senza il Regno Unito, i capi di Stato e di Governo Ue dalle stanze del castello che domina il Danubio proveranno a elaborare una diagnosi severa "di ciò che non ha funzionato" e ripristinare stabilità e fiducia nell'Ue. "La stabilità più importante è quella dei nostri figli", ammonisce il presidente del Consiglio Matteo Renzi al termine del vertice Pse che precede il summit informale a 27. "L'Europa ha bisogno di un nuovo impulso. Il Regno unito ha deciso di lasciare e l'Europa è davanti alla prova della Brexit", fa eco il presidente francese François Hollande. "Il punto non è semplicemente quello di aspettarsi da un vertice una soluzione ai problemi dell'Europa – ci troviamo in una situazione critica – ma piuttosto di mostrare attraverso azioni concrete che possiamo essere meglio", la posizione della cancelliera tedesca Angela Merkel, mentre l'appello del presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker è: "Abbiamo bisogno di unità per dimostrare che l'Europa funziona".
Le divergenze tra Est e Ovest, tra Nord e Sud rimangono "ampie": sulla Brexit come sull'agenda economica, sull'emergenza migranti (con i Paesi Visegrad che minacciano di mettere sul tavolo del summit la richiesta di revisione dei trattati per depotenziare la Commissione in favore degli Stati nazionali) come sulla sicurezza. Si tratta allora, secondo Juncker, di trovare "un terreno comune" per muoversi tutti "nella stessa direzione". L'obiettivo, sottolineano Angela Merkel e Francois Hollande, è tracciare una "tabella di marcia" che permetta di muovere i primi passi concreti sulle questioni urgenti che interessano il progetto europeo, che sarà messo nero su bianco il prossimo marzo a Roma, in coincidenza con il sessantesimo anniversario della nascita della Comunità economica europea, embrione dell'attuale Ue.
Nel pranzo di lavoro i 27 affronteranno in modo informale – nessuna dichiarazione ufficiale verrà redatta – il dossier post Brexit. La posizione Ue è chiara: non ci sarà nessuna trattativa fino a quando il Regno Unito non comunicherà la sua intenzione di lasciare l'Unione. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, riferirà ai capi di Stato e di Governo degli Stati membri del recente incontro avuto la scorsa settimana a Downing Street con il primo ministro del Regno Unito, Theresa May. Nel pomeriggio, poi, sul tavolo del vertice arriveranno i dossier immigrazione, sicurezza, economia e crescita comune. Sulla risposta da dare ai flussi migratori l'Ue è ancora spaccata, con Germania, Francia e Italia che premono per il trasferimento proporzionale di profughi e rifugiati e Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria che rifiutano. Mentre la Bulgaria chiede 'protezione' dopo la chiusura della 'rotta balcanica' seguita all'accordo con Ankara.
Tappa fondamentale della nuova Europa, poi, è la sicurezza. "Dobbiamo poter proteggere i nostri confini esterni ma dobbiamo assumerci responsabilità comune", sottolinea Angela Merkel. Sul tavolo oltre alla creazione immediata di un sistema europeo di informazione per identificare le persone che vogliono fare ingresso in Ue, anche la proposta franco-tedesca per una maggiore cooperazione nella difesa, in vista della eventuale creazione di un esercito europeo.
Ricca anche l'agenda economica: all'ordine del giorno il piano di investimenti europei, l'agenda digitale e il contrasto alla disoccupazione giovanile. Nel suo discorso sullo stato sell'Unione, Juncker ha strizzato l'occhio a "falchi" e "rigoristi" ribadendo che il Patto di Stabilità non può diventare un "patto di flessibilità", cercando però di non scontentare i Paesi che la settimana scorsa si sono riuniti ad Atene sottolineando la necessità di una "flessibilità intelligente" e rilanciando il budget degli investimenti fino a 630 miliardi. La battaglia, insomma, è tutta da giocare e – in questo come sugli altri fronti – l'Italia è pronta a scendere in campo. "Noi – attacca Matteo Renzi – stiamo rispettando le regole. C'è la regola del deficit, ma anche quella del surplus primario. E' una regola europea che alcuni Paesi, come la Germania, non stanno rispettando. Io chiedo da italiano che le regole devono valere per tutti". A Bratislava, assicura, porta "la voce di un Paese che si è stancato di avere la liste della spesa delle cose da fare". Il futuro dell'Europa, ribadisce, "non può essere fatto solo di regole". Ma quelle che ci sono, è l'avvertimento, "o le rispettiamo tutti o non le rispetta nessuno".
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