Pioggia di polemiche sul piano presentato da Amber Rudd. Ma lei si difende: "E' per garantire lavoro ai nostri giovani"

Costringere le imprese a stilare una lista dei lavoratori stranieri presenti nel proprio staff. Questa la proposta choc illustrata dalla ministra degli Interni britannica Amber Rudd, già sommersa dalle polemiche. Secondo quanto riporta il Daily Mail, obiettivo della misura sarebbe quello di incoraggiare le aziende ad investire di più nel personale nato e cresciuto nel Paese ma l'idea non è piaciuta affatto alle imprese. Diverse società, infatti, hanno condannato il progetto, sottolineando che avrebbe potuto smentire le dichiarazioni del governo secondo cui il Regno Unito rimane una nazione 'aperta' anche dopo la Brexit.

"Sarebbe un giorno triste se avere una forza di lavoro globale venisse considerata una cosa di cui vergognarsi", ha dichiarato Adam Marshall, direttore generale delle Camere di Commercio britanniche. "Non si dice nulla su ciò che le aziende stanno facendo per addestrare i propri dipendenti nel Regno Unito o lo sforzo che hanno fatto per reclutare lavoratori nel Paese prima di cercare all'estero", ha aggiunto Marshall.

"La proposta del governo sui lavoratori stranieri è una politica disgustosa che merita di finire nella spazzatura", ha affermato il leader dei Liberal Democratici, Tim Farrow. Anche Lord Bilimoria, rettore della Università di Birmingham, ha espresso le sue critiche, definendo i piani di Rudd "assolutamente sconvolgenti".

La ministra, parlando alla Bbc, ha difeso il progetto, sostenendo che sarebbe l'unica soluzione per permettere ai giovani britannici di ottenere un lavoro. E anche se ha ammesso che la proposta potrebbe facilmente naufragare, senza diventare mai legge, le polemiche sono destinate a continuare.

 

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