Nessun segnale dal lander, l'Esa dovrà ricostruire le fasi dell'arrivo sul pianeta rosso

E' giallo sulle sorti del lander Schiaparelli, che avrebbe dovuto toccare il suolo di Marte ieri alle 16.58 ora italiana, e dal quale al momento non è stato ricevuto ancora alcun segnale. Il lander, ha spiegato Andrea Accomazzo, capo delle operazioni planetarie dell'Esa (Agenzia spaziale europea), nel corso di una conferenza stampa al Centro europeo operazioni spaziali in Germania, "è entrato nell'atmosfera marziana. Il suo scudo termico ha funzionato in modo appropriato. Ha aperto il paracadute alla altidudine correta. Poi i dati indicano un comportamento non esattamente come ci aspettavamo. Ma tutto l'hardware del lander si è comportato correttamente". Al momento, ha specificato Jan Worner, direttore generale dell'Esa, non è nemmeno certo che Schiaparelli sia ancora intero. 

Quella di Schiaparelli, ha aggiunto Woerner, "era una manovra molto complessa, che comprendeva la separazione dalla nave madre e una discesa totalemente automatica nell'atmosfera. Ripeto che l'Idm (il lander, ndr)  era un test. Come sempre avevamo molti sensori per monitorare cosa faceva. I dati di questi sensori sono stati ricevuti. Ci sono ancora domande aperte". 

Secondo le indicazioni dell'Esa, il satellite Tgo (Trace Gas Orbiter) ha perso il segnale dal lander "nell'ordine di 50 secondi" prima del momento in cui avrebbe dovuto toccare il suolo marziano. Cinquanta secondi prima dell'orario previsto per l'ammartaggio (l'atterraggio su Marte), infatti, è caduto anche il segnale ricevuto da un radiotelecopio indiano. In ogni caso, l'Esa fa sapere che i dati raccolti dal Tgo e a disposizione dell'Agenzia ammontano a 600 megabyte. "Abbiamo tutti i dati che ci servono e sono certo che potremo ricostruire precisamente tutto ciò che è avvenuto. Non ho dubbi che potremo spiegare tutto ciò che abbiamo osservato", ha spiegato ancora Accomazzo.

Comunque sia andata, secondo gli addetti ai lavori la missione è già da annoverare come il punto di partenza per un futuro arrivo dell'uomo sul pianeta rosso. "Qualunque sia l'esito finale, si è trattato di un banco di prova per le tecnologie con le quali si dovrà portare a termine la seconda parte della missione nel 2020", ha commentato l'astronauta Samantha Cristoforetti, in una intervista a Repubblica, nella quale sottolinea che la missione ExoMars dimostra che possiamo mettere piede sul pianeta rosso anche se, ha aggiunto, "non sarà la mia generazione ad arrivarci, ma quella successiva". 

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