Il tecnico di basket non rinuncia a commentare neanche questo importantissimo, sofferto duello che porta alla Casa Bianca, tra Hillary Clinton e Donald Trump

 "L'America è così polarizzata come non lo è mai stata nella sua storiaà tranne forse che durante la Guerra Civile". Da uomo di sport abituato alle sfide, Dan Peterson non rinuncia a commentare neanche questo importantissimo, sofferto duello che porta alla Casa Bianca, tra Hillary Clinton e Donald Trump, a colpi di scandali, scheletri nell'armadio, tweet e messaggi agguerriti. "Si tratta dei due candidati più impopolari di ogni tempo", ha dichiarato a LaPresse l'ex allenatore di basket, originario dell'Illinois e in Italia da oltre quarant'anni.

Non è molto positiva la sua opinione sui candidati?

"Entrambi hanno gran parte della popolazione contraria.  Perché? Perché gli americani pensano che Hillary non sia una persona onesta e perché ritengono che Donald Trump sia un bluff, uno che la spara grossa e basta. Nonostante le critiche verso di loro, credo siano due persone con delle qualità. Lei ha esperienza di governo (non con grande successo, in verità), lui nel mondo degli affari (con qualche clamoroso insuccesso). Come molti politici americani, sono 'sposati' con le loro idee e non con soluzioni pratiche per problemi enormi".

Si riferisce a problemi come l'immigrazione o l'uso delle armi? Come valuta l'idea di Trump di costruire un muro con il Messico?

"Non ci sarà nessuno muroà che assurditàà  Non è fattibile e lo sanno tutti. È uno slogan elettorale. Una soluzione, come anche per l'uso delle armi, potrebbe essere quella di aumentare i controlli. Possibile, ma difficile da attuare. Guardiamo ad esempio a cosa sta accadendo in Europa".

Quanto peso hanno avuto secondo lei sull'opinione pubblica i relativi scandali: la questione delle email per Clinton e i commenti sessisti per Trump?
 

"Avranno pochissimo effetto al momento del voto.  Chi sostiene Clinton voterà per lei. Chi è per Trump sceglierà lui".

Anche la presa di posizione del campione dell'Nba LeBron James, che ha annunciato il suo endorsement per Clinton, pensa non influirà?
 

"Ognuno ha diritto di esprimere la propria opinione e prendere posizione. LeBron l'ha fatto. Che impatto avrà? Quasi nessuno, come non penso che Bob Knight, noto coach di basket, che ha appoggiato Trump, avrà grande impatto. È la persona che conta, non chi l'appoggia".

Ma quindi non ci sono temi o personalità che possano spostare l'elettorato? Penso anche alla proposta provocatoria di Madonna?

"In qualsiasi elezione negli Stati Uniti, in qualsiasi epoca in base alla mia esperienza, ci sono solo due cose che contano: da una parte la sicurezza nazionale, contro nemici pubblici, contro terroristi, contro minacce. E dall'altra l'economia, l'andamento della borsa, la disoccupazione, l'inflazione e le tasse.  Chi riuscirà a tranquillizzare gli elettori su questi due argomenti avrà la possibilità di vincere. Su Madonna sorvolerei".

E secondo lei chi vincerà?

"Beh è ovvio molti sondaggi, e io concordo, danno favorita Clinton. Ma soprattutto negli ultimi giorni, altre rilevazioni danno Trump in rimonta.  Saranno importantissimi questi ultimi giorni.  Nel 2012, Mitt Romney aveva la vittoria in tasca contro Barack Obama… ma all'ultimo ha tirato i remi in barca e non ha lottato con grande aggressività. Una mossa fatale per lui".

Come valuta l'esperienza del suo concittadino, il presidente Obama originario di Chicago come lei (Dan Peterson è nato a Evanston a nord di Chicago, ndr) in questi otto anni di governo? Quale sarà la sua eredità maggiore?

"Come Bush prima di lui e Bill Clinton ancora prima, ha lasciato poco segno. È un altro politico legato alle proprie idee. Il vero lavoro è governare. Non è un'impresa facile, posso capirlo, ma Obama non ha ottenuto molto anche il suo cavallo di battaglia, la riforma sanitaria, è incompleta e ha delle falle".

Se Clinton venisse eletta, potrebbe ancora subire il peso del marito BiIl?
"Ma lo subisce già. E comunque ci sono precedenti di casi simili:   Adams, Roosevelt, Bush. Hillary dovrà trovare la sua identità … senza l'ombra del marito che già in questa campagna elettorale si è fatta sentire, come le accuse di molestie rivolte all'ex presidente".

Che America sarà dopo l'8 novembre?

"Credo che chiunque vincerà non avrà vita facile.  Clinton é odiata visceralmente dai Repubblicani, che controllano il Congresso, e dai sostenitori di Bernie Sanders, suo rivale per la nomination del partito; Trump al contrario è osteggiato fortemente dei Democratici e dai rivali sconfitti per la candidatura del suo partito. Non vedo comunque un quadro sereno per gli Stati Uniti".

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