Usa: spie di Pyongyang dietro l’omicidio del fratellastro di Kim

L'uomo ucciso in Malesia

Kim Jong-nam, fratello maggiore del leader nordcoreano Kim Jong-un, è stato assassinato in Malesia. Lo hanno rivelato fonti governative all'agenzia sudcoreana Yonhap. Si tratta del primogenito del dittatore morto nel 2011 Kim Jong-il, di circa 45 anni, ed era considerato il miglior candidato per succedere al padre alla guida del regime. Fonti citate dalla tv sudcoreana Kbs hanno aggiunto che è stato avvelenato da due donne all'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur, che sarebbero fuggite.

Frutto del matrimonio tra il dittatore e la prima concubina, l'attrice Song Hye-rim, Kim Jong-nam era emigrato in Cina nel 1995. Da allora visse tra Pechino e Macao, protetto dal governo cinese e impegnato nell'investimento di fondi. Aveva perso definitivamente il favore del padre quando, nel 2001, era stato arrestato all'aeroporto di Tokyo con un passaporto dominicano falso che intendeva usare per entrare in Giappone, forse per visitare il parco di Disneyland.

USA: SPIE PYONGYANG DIETRO OMICIDIO. Il governo degli Stati Uniti ritiene che agenti nordcoreani abbiano assassinato il fratellastro del leader nordcoreano. Lo ha dichiarato una fonte governativa americana. Le autorità americane non hanno ancora stabilito con esattezza come l'uomo sia stato ucciso, ha riferito la fonte, che non ha fornito elementi a sostegno delle affermazioni.