Il portavoce del Cremlino Peskov: "Sentenza inaccettabile"
L'intervento della Russia nella scuola di Beslan "contribuì a causare vittime tra gli ostaggi" e violò i trattati sul rispetto del "diritto alla vita" nel non limitare l'uso della forza a quanto "assolutamente necessario". Mosca dovrà pagare quindi quasi 3 milioni di euro in risarcimenti ai ricorrenti. Lo ha stabilito la Corte europea per i diritti dell'uomo, chiamata a pronunciarsi sul ruolo delle forze russe nella strage. Il primo settembre 2004, militanti ceceni irruppero nella Scuola numero 1 di Beslan, prendendo in ostaggio più di mille persone tra bambini, adulti e genitori radunati per il primo giorno dell'anno scolastico.
Tre giorni dopo, i militanti fecero detonare degli esplosivi mentre le forze russe irrompevano con "carri armati, lanciagranate e lanciafiamme". Morirono 330 persone, fra cui 180 bambini, mentre 750 furono ferite. Secondo il tribunale, le autorità russe erano a conoscenza del rischio di attacchi di ribelli a luoghi pubblici, come le scuole, ma non si erano preparate a sufficienza.
PESKOV: SENTENZA INACCETTABILE. "Questa formulazione è inaccettabile" per "quei Paesi che subiscono ripetuti attacchi terroristi, e disgraziatamente la lista si allunga ogni giorno", ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando la sentenza.
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