L'opposizione contesta il voto. E per il ministro Alfano "l’ingresso di Ankara nella Ue ora non è un’ipotesi sul tavolo"
Il presidente americano Donald Trump ha telefonato al collega turco, Recep Tayyip Erdogan, per congatularsi della sua vittoria al referendum, che domenica ha approvato la riforma presidenzialista. Lo ha riferito la Casa Bianca, spiegando che nel colloquio Trump ha ringraziato Erdogan per il sostegno nell'attacco missilistico americano in Siria in risposta all'attacco chimico da parte del governo siriano il 4 aprile scorso.
I due leader hanno anche convenuto sull'importanza di ritenere il presidente siriano Bashar al-Assad responsabile dell'attacco chimico e hanno discusso anche della lotta contro lo Stato Islamico.
Nessun riferimento, nella telefonata, alle accuse di brogli lanciate dall'opposizione. Ieri, Bulent Tezcan, vice presidente del Partito popolare repubblicano(Chp) in Turchia, ha chiesto l'annullamento del risultato del referendum costituzionale che si è tenuto domenica, annunciando che se necessario lo porterà davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Tezcan ha riferito che il partito ha ricevuto denunce da molte regioni, secondo cui degli elettori non avrebbero potuto votare con la dovuta segretezza e alcune schede sarebbero state conteggiate in segreto. Inoltre, secondo il leader dell'opposizione, la decisione di accettare anche le schede senza timbro è illegale. L'Alto consiglio elettorale turco (YSK) aveva fatto sapere invece che le schede sono da considerare valide anche senza timbro, precisando che già in passato il governo le aveva ritenute ammissibili.
Nel voto di domenica il fronte favorevole alla riforma costituzionale si è attestato al 51,36%, rispetto al 48,64% del 'no'. "Ci sarà un'unica bandiera, un'unica nazione e soprattutto un unico popolo", ha dichiarato il presidente turco nel discorso tenuto in serata, lanciando poi un messaggio rivolto anche all'esterno: "Soprattutto Paesi che consideriamo alleati dovrebbero rispettare le nostre scelte".
"Contesteremo 2/3 delle schede. I nostri dati indicano una manipolazione nell'intervallo del 3-4%", aveva affermato ieri il partito filo-curdo Hdp, "finché le nostre obiezioni non riceveranno piena risposta, il risultato del referendum non è definitivo". Sulla stessa linea anche il principale partito d'opposizione, il Partito Popolare Repubblicano (Chp).
Dall'Osce arriva un cartellino giallo sulla votazione. Tana de Zulueta, a capo della missione dell'Osce in Turchia, ha spiegato che il referendum costituzionale non rispetta gli standard democratici, a causa della "mancanza di imparzialità" che ha fatto sì che il "campo di gioco non fosse tutto allo stesso livello". Cezar Florin Preda, leader del team dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, ha dichiarato: "In generale, il referendum non ha rispettato le norme del Consiglio d'Europa". Erdogan ha replicato invitando gli osservatori elettorali internazionali a "saper stare al loro posto".
Nel frattempo, il ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, ha ribadito che "l'ingresso della Turchia nell’Unione Europea adesso non è sul tavolo. In ogni caso eventuali decisioni relative alla ipotesi di reintrodurre la pena di morte lo allontanerebbero ancora di più". Secondo Alfano, "la presenza nella Nato (della Turchia, ndr) rafforza sistemi di collaborazione multidimensionali per cui ci sono livelli di collaborazione in ambito di sicurezza militare, di anti-terrorismo, su materie di comune interesse. Ma non significa ingresso nell'Ue o assenza di preoccupazione per quanto dichiarato dall'Osce". E precisa: "Un conto è la collaborazione con la Turchia, la cooperazione di comune interesse per esempio sull’anti-terrorismo e nella Nato. Altro conto è condividerne alcune metodologie".
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