"Donald Trump ha trasformato la presidenza degli Stati Uniti in uno spettacolo, mentre il mondo sembra avere perso definitivamente la bussola". Intervistato da Efe in occasione del suo tour negli Usa, il cantante spagnolo Miguel Bosé ripercorre i suoi 40 anni di carriera e rivela i suoi timori per "la follia" che sembra aver contagiato tutto il globo provocando "una crisi umanitaria sul pianeta ormai irreversibile" che "di questo passo non saremo in grado di fermare, a meno che non ci sia un attivismo sociale radicale, una lotta globalizzata per gli interessi del popolo e della società, e non per quelli economici dell'elite mondiale". L'artista nato a Panama, ma che ha anche la nazionalità italiana, spagnola e colombiana, è impegnato con diverse fondazioni nella lotta all'Aids e all'analfabetismo, per la costruzione di scuole in Messico e per la difesa delle specie in via di estinzione. Problemi che Bosé ricorda sempre nelle sue interviste e anche durante le esibizioni perché "una delle chiavi del successo è essere in grado di trasmettere la passione in tutto quello che fai, sia nel ruolo di attivista sia sul palco". Un insegnamento che il cantante trasmette anche ai suoi 4 figli: "La prima cosa che i miei figli imparano da me è di fare tutte le cose con passione". Bosè ha anche spiegato che trova "molto emozionante" avere la capacità di comunicare a livello emotivo. Una qualità che, ha detto, è nel suo Dna. Nel suo nuovo spettacolo 'Estarè' ripercorre tutta la sua carriera artistica dal primo successo, 'Linda', pubblicato nel 1977 grazie al quale riuscì a staccarsi dai suoi celebri genitori e non essere 'solo' il figlio del torero Luis Miguel Dominguín e dell'attrice italiana Lucia Bosé". Il suo tour, iniziato in Messico e proseguito in Texas, lo porterà per tre date in California, prima di un salto a Puerto Rico e Santo Domingo, da dove tornerà negli Stati Uniti, a Miami, dove si esibirà il 6 maggio.