Il leader laburista cavalca il vantaggio nei sondaggi in vista del voto dell'8 giugno

La premier Theresa May si è detta "disposta a essere una donna difficile" pur di raggiungere i suoi obiettivi di governo. Il suo rivale laburista, Jeremy Corbyn, ha promesso che, se eletto, sarà "un premier che ascolta". Hanno mostrato le loro differenze, nei programmi e nello stile, i due principali candidati alle elezioni britanniche del prossimo 8 giugno partecipando alla trasmissione televisiva 'Battle for No 10' su Sky News. I due leader hanno risposto separatamente alle domande del pubblico e sono stati intervistati dal giornalista Jeremy Paxman.

Alla domanda di uno spettatore, se l'etichetta di "donna difficile" che le ha affibbiato un collega di partito possa danneggiare i conservatori, il Primo Ministro ha detto che sarà "difficile" se questo condurrà a un buon accordo per la 'Brexit' o per altre questioni nazionali. May ha giustificato la sua decisione di indire elezioni anticipate per l'8 giugno spiegando che "gli altri partiti hanno voluto indebolire il governo", e soprattutto ha detto che, con lei, la 'Brexit' rispetterà "la volontà del popolo" e sarà "un successo". Comunque, la premier ha ribadito che preferirebbe "nessun accordo" a "un cattivo accordo" e avvertito: "Dobbiamo essere pronti a uscire".

Approccio più 'soft' per il suo avversario, in grande risalita nei sondaggi. A una domanda sulla sua capacità di guidare il governo del Regno Unito, Corbyn ha detto che in caso di vittoria sarà un primo ministro che "ascolta la gente". "Non si dovrebbe mai essere così arroganti e potenti da smettere di ascoltare le altre persone e di imparare da loro", ha spiegato. A proposito di 'Brexit', il leader laburista ha assicurato che accetterà l'esito del referendum del 23 giugno 2016, in cui il 52% dei britannici ha votato per lasciare l'Ue, ma ha ribadito la sua intenzione di negoziare con Bruxelles "l'accesso al mercato unico europeo". Corbyn non ha avuto dubbi: "L'accordo ci sarà".

Corbyn ha rifiutato di impegnarsi a porre un limite all'immigrazione, a differenza di May, che vuole ridurre gli ingressi al di sotto di 100mila persone. Il leader laburista ha sottolineato, piuttosto, che vieterebbe alle aziende lo sfruttamento del lavoro degli immigrati, che ha l'effetto di abbassare i salari. "Credo che, con una buona gestione del sistema, l'immigrazione potrebbe scendere, ma è solo una possibilità", ha detto.

Con un piano basato su nazionalizzazioni e una politica anti-austerità, Corbyn ha dimezzato in due settimane il suo svantaggio dai conservatori. Gli ultimi sondaggi danno ai 'Tories' un vantaggio da cinque a undici punti percentuali, rispetto ai 25 punti di cui godevano a maggio quando Theresa May ha annunciato il voto per il 18 aprile.
 

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