Incontro Donald Jr e legale russa: fu Trump a dettare versione ufficiale

Nel comunicato si spiegava, falsamente, che la riunione avuta dal figlio maggiore con l'avvocatessa non aveva nulla a che fare con la campagna presidenziale

Il presidente americano Donald Trump ha dettato personalmente il comunicato in cui si spiegava, falsamente, che la riunione avuta dal figlio maggiore, Donald Trump Jr., con un'avvocatessa russa non aveva nulla a che fare con la sua campagna presidenziale. A rivelarlo il Washington Post.

Il 9 giugno del 2016 Trump Jr ricevette alle Trump Tower di New York l'avvocatessa Natalia Veselnitskaya, che avrebbe dovuto fornire informazioni ottenute dal Cremlino su Hillary Clinton a poche settimane dalla elezioni presidenziali, come ammesso dal figlio del presidente. Secondo il quotidiano, prima che il New York Times rivelasse per la prima volta un mese fa l'esistenza di questa riunione, avvocati e consulenti della famiglia di Trump avevano deciso di "rispondere" con un comunicato a qualsiasi rivelazione sull'incontro "per cercare di minimizzare eventuali conseguenze".

"Volevano essere credibili. Volevano che la loro storia non potesse essere messa in discussione in seguito nel caso in cui fossero usciti ulteriori dettagli", ha scritto il Washington Post. Tuttavia, sempre secondo il quotidiano americano che cita fonti anonime vicine alla cerchia presidenziale, lo stesso Trump sarebbe intervenuto all'ultimo momento per cambiare strategia con una nota "dettata personalmente". Questo accadde sul volo che lo riportava a Washington dal vertice del G20 in Germania, lo scorso 8 luglio. Nella nota in questione si sottolineava che lo scopo della riunione tra Trump Jr. e Veselnitskaya "non aveva nulla a che fare con la campagna elettorale" ma i due avevano discusso di un programma di adozioni di bambini russi in Usa, sospeso dalla fine del 2012. Questo è stato il comunicato ricevuto poi dal New York Times.
Un collaboratore anonimo di Trump ha ammesso al Washington Post che l'interferenza del presidente in quel caso "fu del tutto inutile".

Solo più tardi si verrà a conoscenza dello scambio di mail tra Trump Jr e l'intermediario di Veselnitskaya, in cui è stato dimostrato che il figlio del presidente aspettava informazioni su Clinton durante qull'incontro e che era a conoscenza che sarebbero arrivate dal Cremlino. Trump, dal canto suo, sostiene di non essere mai stato al corrente della riunione. Un legale di Trump, Jay Sekulow, ha definito l'articolo del Washington Post "mal informato" ed "erroneo".

Il quotidiano ha pubblicato la dichiarazione di un professore di diritto dell'Università di Standford, David Sklansky, secondo cui, così facendo, Trump avrebbe potuto "ostruire la giustizia" con un falso comunicato. "Mentire normalmente non è un crimine. Ma potrebbe essere rilevante per determinare se una qualche azione del presidente, come cacciare l'ex direttore dell'Fbi James Comey, sia stata corrotta", ha spiegato.
Il Dipartimento di Giustizia, attraverso il gruppo guidato dal procuratore speciale Robert Mueller, sta indagando sulla presunta ingerenza russa nelle elezioni del novembre scorso e i possibili contatti della campagna di Trump con il Cremlino. In questo contesto si inserisce l'incontro di Trump Jr con Veselnitskaya, ora oggetto di indagine.