La nave della ong Jugend Rettet è al centro di un'indagine per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

"Siamo a conoscenza dell'incidente", "ma non abbiamo alcun dettaglio sul fatto che sia il risultato del codice di condotta" per le ong, "abbiamo fiducia nelle autorità italiane per come stanno gestendo" la situazione. Queste le parole della portavoce della Commissione europea, Mina Andreeva, in risposta a una domanda sul sequestro della nave Iuventa dell'ong tedesca Jugend Rettet.

Ieri l'imbarcazione, che batte bandiera olandese, è stata bloccata nel porto di Lampedusa dal gip del Tribunale di Trapani Emanuele Cersosimo, nell'ambito di un'indagine per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina coordinata dal procuratore Ambrogio Cartosio e dal pm Andrea Tarondo. Stando alle informazioni in possesso di chi indaga, l'equipaggio della nave Iuventa si sarebbe impegnato a non diffondere le foto delle operazioni di salvataggio "dove si possano vedere persone che potrebbero venire identificate" dalle autorità italiane. E guai a chi forniva informazioni utili alle indagini, perché "questo non ha niente a che vedere con i salvataggi in mare". 

Almeno in tre occasioni, a ottobre e nel giugno scorso, "ci sono stati incontri e contatti in mare" tra la nave dell'organizzazione umanitaria e le barche dei trafficanti libici. Gli scafisti di fatto "scortavano" i migranti fino alla Iuventa, che poi "consegnava" il suo carico di uomini alle navi della Marina Militare, ha spiegato il procuratore Cartosio, che nel corso di una conferenza stampa in Questura di Trapani ha illustrato a grandi linee l'inchiesta, partita nell'ottobre scorso. Per il procuratore al momento "non è emerso uno stabile collegamento tra l'equipaggio" e gli scafisti. "Le loro finalità erano certamente molto diverse" e i volontari, che al momento non sono indagati, agivano "esclusivamente per motivi umanitari" e "un collegamento stabile tra la Ong e i trafficanti libici è pura fantascienza".

La Jugend Rettet, che non ha firmato il protocollo di comportamento per le ong, ieri aveva minimizzato l'accaduto, parlando di una "una procedura standard". "Non abbiamo ricevuto notizie sulle indagini nei nostri confronti da fonti ufficiali", aveva spiegato su Twitter. Come avvenuto in precedenti casi a Lampedusa e come parte di una procedura standard, il nostro equipaggio è stato interrogato" dalle autorità giudiziarie.

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