L'ex presidente resta in Belgio. Il legale: "Collaborerà con la giustizia spagnola e belga"
La giudice dell'Audiencia Nacional spagnola, Carmen Lamena, sta ultimando l'ordine d'arresto dell'ex presidente della Generalitat di Catalogna, Carles Puigdemont, e dei quattro consiglieri che non si sono presentati alla convocazione odierna in tribunale per le accuse di ribellione, sedizione e malversazione, Clara Ponsatí, Mertitxell Serret, Antoni Comin e Lluís Puig. Lo ha riferito La Vanguardia.
Lamela ha ordinato l'arresto anche per l'ex vice presidente della Generalitat di Catalogna, Oriol Junqueras, e sette ex membri del Govern catalano. La procura aveva chiesto per loro, accusati di ribellione, sedizione e malversazione, il carcere senza possibilità di libertà su cauzione. L'ex consigliere Santi Vila, dimessosi prima che la dichiarazione d'indipendenza fosse approvata dal Parlament, potrà invece evitare il carcere a fronte del pagamento di una cauzione di 50mila euro, come aveva chiesto la procura.
Il carcere preventivo è quindi previsto, oltre che per Junqueras, per Meritxell Borras, Jordi Turull, Raul Romeva, Josep Rull, Carles Mundo, Joaquim Forn e Dolors Bassa. La giudice ha parlato, secondo El Pais, di alto rischio di reiterazione del reato e di distruzione di prove.
In questo modo, la giudice ha totalmente accolto la richiesta della procura e li invia in carcere per rischio di fuga, reiterazione del reato e distruzione di prove. Per Lamena c'è un'alta probabilità di fuga, perché "non si può dimenticare il loro potere d'acquisto che permetterebbe di abbandonare facilmente il territorio spagnolo e vivere all'estero". Inoltre, allunde al fatto che l'ex governatore Carles Puigdemont e altri quattro membri del Govern deposto siano andati in Belgio: "Basta ricordare il fatto che alcuni denunciati già si sono spostati in altri Paesi, per eludere responsabilità penali in cui avrebbero potuto incorrere".
Inoltre, per valutare il rischio di fuga la giudice ha tenuto in conto anche della gravità delle pene a cui sono esposti gli indagati: "Rischiano pene che possono raggiungere i 25 anni di carcere per il reato di ribellione, 15 anni di prigione per sedizione, otto anni" per malversazione, che "possono aumentare a 10 anni in caso sia stata falsificata la contabilità". Oltre al fatto che possano ripetere il reato, a causa della complessa organizzazione in cui sono inseriti da almeno due anni, Lemana spiega anche di ritenere alta la probabilità che nascondano, modifichino o distruggano fonti di prova.
Nessuno di loro sarà portato nel carcere di Soto del Real, dove si trovano i presidenti delle organizzazioni indipendentiste Anc e Omnium Cultural, Jordi Sanchez e Jordi Cuixart. Lo ha riferito El Pais. Saranno: Jordi Turrull e Raul Romeva nel carcere di Valdemoro; Josep Rull in quello di Navalcarnero; Carles Mundó e Santi Vila (che può però restare in libertà, dietro pagamento di una cauzione di 50mila euro) in quello di Aranjuez; Joaquim Forn e Oriol Junqueras in quello di Estremera.
LA SCHEDA: I reati di cui sono accusati Govern e membri Parlament
"Carcere per tutti. Sensazione di grande ingiustizia. Un giorno molto triste per la democrazia", ha commentato su Twitter Jaume Alonso-Cuevillas, avvocato del presidente deposto. Andreu Van den Eynde, legale di Junqueras e di altri ex membri del Govern, ha accusato l'Audiencia Nacional di aver mandato in carcere e "gente di pace" che "mai" avrebbe partecipato "ad azioni violente" e ha denunciato che la decisione era "predeterminata". E La sindaca di Barcellona Ada Colau ha aggiunto: "Un giorno nero per la Catalogna. Il governo eletto democraticamente alle urne, in prigione. Manca un fronte comune per conseguire la libertà dei detenuti politici".
Le principali organizzazioni indipendentiste catalane, raggruppate nella piattaforma Crida per la Democracia, hanno convocato una settimana di proteste e una manifestazione il 12 novembre, contro l'ordine di arresto. In una nota si legge che "è intollerabile incarcerare i rappresentanti del governo legittimo", motivo per cui è stato deciso di "iniziare una settimana di azioni pacifiche e civiche in tutto il Paese, che termineranno in una grande manifestazione domenica 12 novembre". La prima azione di protesta è prevista oggi alle 19, con una manifestazione davanti al Parlament e in altri municipi catalani. Alle 22 ricominceranno poi le 'caceroladas' che già si erano verificate in precedenza.
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