Uno tsunami si sta abbattendo sull'industria giapponese: è quello che è stato definito "lo scandalo del Made in Japan" e che coinvolge alcune tra le maggiori aziende del paese, accusate di aver manipolato dati sulla qualità dei propri prodotti. Le ultime a dover ammettere falsificazioni sono Mitsubishi Materials Corporation (produttrice di cemento e materiali metallici ed elettrici), su prodotti usati soprattutto nei settori automobilistico e aerospaziale, e Toray Industries (azienda di prodotti chimici e biochimici), responsabile di 149 casi di falsificazioni negli ultimi 8 anni. Prima di loro, i casi più eclatanti sono stati quello di Takata, che ha venduto airbag potenzialmente difettosi, e di Kobe Steel, il terzo gruppo siderurgico nipponico.
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