E intanto si avvicina la data in cui anche l'Unione Europea saprà la decisione di Trump
La Cina ridurrà i dazi sulle importazioni di veicoli dal 25% al 15% a partire dal primo luglio. Lo riferisce il Ministero delle finanze di Pechino in seguito al disgelo delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.
Il previsto taglio delle tariffe rappresenta un vantaggio per le case automobilistiche internazionali, ma potrebbe non soddisfare le aspettative del presidente Usa, Donald Trump, che minacciava di imporre tariffe sulle importazioni cinesi per 50 miliardi di dollari.
Il presidente cinese Xi Jinping aveva annunciato all'inizio di aprile che ci sarebbe stato un "notevole" calo delle tariffe doganali della Cina sulle automobili quest'anno, ma senza fornire cifre o un calendario. In una nota, il Ministero ha spiegato che le tariffe saranno ridotte anche per l'importazione di ricambi auto. Questa decisione è stata presa "per perseguire riforme e apertura, per promuovere la riforma dal lato dell'offerta e la trasformazione e la modernizzazione del settore e per rispondere alla domanda dei consumatori", recita il comunicato.
Le auto importate in Cina sono state finora soggette a una tassa del 25%: un pomo della discordia con Washington, che Trump cita volentieri come esempio per denunciare la politica commerciale "protezionista" del colosso asiatico. Gli Stati Uniti impongono dazi del 2,5% sulle importazioni di automobili.
Intanto anche l'Unione europea cerca di capire quale sarà il suo destino, dopo la temporanea esenzione e la posticipazione delle trattative sui dazi per l'alluminio e l'acciaio al 1 giugno. "Non abbiamo ancora del tutto chiarezza. Non penso che ci sarà un prolungamento delle esenzioni, ma dobbiamo prepararci a diversi scenari", ha dichiarato la commissaria europea al Commercio, Cecilia Malmstroem, a margine di una riunione del Consiglio a Bruxelles.
A chi gli chiede se l'Ue sa già cosa mettere sul tavolo, Malmstroem ha risposto: "Si lo sappiamo, ma dipende dai differenti scenari, naturalmente da quello che faranno gli Usa. Se saremo totalmente esentati dai dazi, che come abbiamo detto è la cosa giusta da fare, ci impegneremo in colloqui per facilitare le relazioni commerciali". In merito alla possibile revisione dei dazi sull'auto, la commissaria è stata possibilista: "Potrebbe interessare qualche dazio, inclusi quelli sui beni industriali e le auto, ma subordinati alla chiara condizione che saremo esentati" dalle tariffe.
L'Unione europea ha dichiarato di rifiutare tutti i colloqui commerciali con gli Stati Uniti, a meno che Washington non conceda un'esenzione permanente dalle dolorose tariffe. "Siamo alleati ma non siamo vassalli, oggi è un momento della verità per l'Ue", ha detto il ministro del Commercio francese, Jean-Baptiste Lemoyne, al suo arrivo per i colloqui. I ministri con delega al Commercio dell'Ue discutono un piano presentato dai leader europei in un vertice della scorsa settimana per un accordo commerciale limitato Ue-Usa, che potrebbe aprire il mercato europeo al gas naturale degli Stati Uniti se l'esenzione fosse concessa.
La proposta europea è accompagnata dalla minaccia di una rappresaglia contro gli Stati Uniti, ovvero dall'ipotesi di tariffe europee sulle importazioni americane, che includerebbero oggetti iconici come le motociclette Harley-Davidson e il whisky bourbon. Queste contromisure diventerebbero ufficialmente esecutive il 20 giugno, ma gli europei si sono impegnati a non usarle finché sarà possibile evitare l'escalation con gli Stati Uniti. A marzo Trump ha annunciato i dazi del 25% sull'acciaio importato e del 10% sull'alluminio, ma ha accettato due volte di sospendere il loro effetto mentre erano ancora in corso i colloqui con gli alleati chiave. Un eventuale accordo "limitato" si concentrerebbe in particolare sulle auto, un settore strategico su cui Trump ha puntato l'attenzione in diversi tweet che miravano specificamente alla Germania.
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