Il Ticino già dal luglio 2016 vieta di coprire il proprio volto nei luoghi pubblici

Dopo il Ticino un altro cantone svizzero potrebbe vietare il burqa negli spazi pubblici. Il cantone di San Gallo, nel nord-est della Svizzera, ha organizzato per domenica un referendum sulla questione facendo da apripista al resto del Paese: il tema infatti potrebbe passare al vaglio di tutti gli elettori l'anno prossimo, anche se il Ticino già dal luglio 2016 vieta di coprire il proprio volto nei luoghi pubblici. Gli elettori sono chiamati a votare su una legge già approvata dal Parlamento regionale con il sostegno della destra populista e del Centro. Ma i Verdi e la Gioventù socialista Svizzera hanno bloccato l'attuazione del decreto legge, lanciando il referendum. La legge infatti recita che "tutte le persone che si rendono non riconoscibili nascondendo il proprio volto nello spazio pubblico e, quindi, mettono in pericolo la sicurezza pubblica o la pace sociale e religiosa saranno punite con una multa".

Secondo Fredy Fässler, socialista responsabile della sicurezza e della giustizia nel cantone, la vaghezza del testo è problematica: "Quando una donna porta il burga rappresenta un pericolo?", si chiede. Inoltre, i detrattori della legge temono sanzioni imprevedili e arbitrarie. Al momento, a livello nazionale, non esiste una legge che regoli la questione, dato che il governo ritiene che sia responsabilità dei cantoni. Ma gli svizzeri potrebbero essere chiamati a esprimersi nel 2019, dopo che un gruppo di cittadini è riuscito a raccogliere le 100mila firme necessarie per richiedere una consultazione popolare.

Domenica, l'intero elettorato della Confederazione elvetica deve decidere su questioni legate all'agricoltura e all'ambiente: si chiede infatti una ristrutturazione della produzione agricola attraverso nuove regole sociali ed ecologiche. Una di queste, intitolata 'per la sovranità alimentare', imporrebbe le norme sociali ed ecologiche, applicate in Svizzera, anche ai prodotti importati, a pena di divieto o dazi doganali. Il testo prevede la trasformazione della moratoria sugli ogm in un divieto definitivo. Istituito dopo un referendum nel 2005, e già prorogato tre volte dal Parlamento, è operativo fino al 2021. Il governo federale a entrambe le iniziative agricole e, nonostante la maggioranza degli svizzeri sia a favore di vietare gli ogm, il referendum rischia di esser bocciato, secondo quanto rivelato da un sondaggio pubblicato a metà settembre dal gruppo di media Tamedia. 

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