Il candidato di estrema destra riafferma il suo impegno su Twitter. Ma il 63enne non sembra preoccupato

Il candidato dell'estrema destra alle presidenziali in Brasile, Jair Bolsonaro, ha annunciato che se verrà eletto estraderà in Italia Cesare Battisti. Al primo turno delle presidenziali, lo scorso 7 ottobre, Bolsonaro è arrivato in testa con il 46% dei voti, seguito dal candidato del Partito dei lavoratori (PT) Fernando Haddad, che si è fermato al 29%. I due si sfideranno nel ballottaggio il 28 ottobre. Secondo un nuovo sondaggio Ibope, pubblicato lunedì, Bolsonaro resta il grande favorito anche per il secondo turno, con il 59% delle intenzioni di voto, contro il 41% dell'avversario di sinistra Haddad.

"Riaffermo qui il mio impegno di estradare il terrorista Cesare Battisti, amato dalla sinistra brasiliana, immediatamente in caso di vittoria alle elezioni. Mostreremo al mondo il nostro totale ripudio e impegno nella lotta al terrorismo. Il Brasile merita rispetto!", ha scritto Bolsonaro su Twitter, in un post pubblicato sia in portoghese che in italiano.

Battisti, tuttavia, non sembra affatto preoccupato. Raggiunto da Afp, ha affermato che Bolsonaro "non ha niente a che fare con la questione perché non è lui che decide". "Non mi preoccupo perché non è l'esecutivo che decide su questo in questo momento, è la magistratura", ha aggiunto, ricordando che la Corte suprema brasiliana (Stf) deve ancora esprimersi sul suo caso.

Battisti nel 1993 è stato condannato in Italia all'ergastolo per quattro omicidi e per complicità in omicidio, per fatti risalenti alla fine degli anni '70. Fra prigione, fuga e asilo politico, l'oggi 63enne ha vissuto prima in Italia, poi circa 15 anni in Francia e poi dal 2004 in Brasile. L'attuale governo brasiliano del presidente uscente Michel Temer aveva già manifestato un anno fa la sua intenzione di estradare Battisti in Italia, ma la Corte suprema brasiliana, che a ottobre del 2017 doveva decidere se un'estradizione fosse legale o meno, alla fine aveva rinviato la decisione sine die per motivi tecnici. L'ex presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva, nell'ultimo giorno del suo mandato nel 2010, aveva respinto la richiesta di estradizione di Battisti decisa all'epoca dalla Corte suprema, per decreto. Un decreto che la difesa di Battisti considera irrevocabile. Negli ultimi anni, Roma ha moltiplicato le richieste di estradizione.

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