Oltre 250mila persone hanno ricevuto l'ordine di evacuazione in una vasta regione vicino Sacramento e a Malibu. I pompieri combattono ancora e "si preparano al ritorno dei venti pericolosi". Finora 31 morti e 228 dispersi

La California brucia ancora. È salito a 31 morti e 228 dispersi il bilancio degli incendi che da giovedì hanno già divorato centinaia di ettari costringendo migliaia di persone a lasciare le loro case. Si tratta del bilancio più pesante di un rogo in questo Stato Usa dal 1933. L'incendio 'Camp Fire', nel nord della California, ha provocato infatti 29 morti, eguagliando il bilancio del 'Griffith Park Fire' che nel 1933 colpì la contea di Los Angeles; altre due persone sono rimaste uccise invece in un rogo nel sud della California, soprannominato 'Woolsey Fire', che ha colpito la meta turistica delle star Malibu e l'area intorno a Los Angeles. Danneggiate o distrutte molte case dei vip.

L'attore britannico Gerard Butler, il Leonida del film '300', ha postato su Instagram il video del momento in cui è tornato nella sua villa a Malibu, che aveva dovuto abbandonare e che è stata completamente devastata dalle fiamme. Ma non è l'unico: distrutte anche le case di Miley Cyrus e Neil Young. E preoccupazione sui social è stata espressa da Cher, nonché da celebrità come Lady Gaga, Caitlyn Jenner e Kim Kardashian, che sono fra gli evacuati. Orlando Bloom, invece, ha postato su Instagram la foto di una strada di Malibu in fiamme, quella dove si trova la sua villa.

Sono oltre 250mila le persone che hanno ricevuto l'ordine di evacuazione in una vasta regione vicino Sacramento e nella stazione balneare di Malibu. I pompieri che combattono il 'Woolsey Fire' fanno sapere che "si preparano al ritorno dei venti pericolosi di Santa Ana che potrebbero alimentare le fiamme"; si tratta di venti caldi e secchi provenienti dall'interno. Da giovedì pomeriggio 'Woolsey' ha divorato oltre 30mila ettari, distrutto almeno 177 edifici e domenica mattina era stato portato sotto controllo solo per il 10%.

Quanto al 'Camp Fire', alimentato da venti violenti è divampato giovedì, diventando il rogo più distruttivo mai registrato in California, con oltre 6.700 edifici distrutti a Paradise, città di 27mila abitanti a nord di Sacramento. Al momento l'incendio ha bruciato più di 40mila ettari ed è stato portato sotto controllo solo per il 25%, secondo l'agenzia di pompieri Cal Fire. Le autorità stimano che ci vorranno in totale tre settimane per portare sotto controllo completamente le fiamme nella zona.

La causa dell'incendio non è ancora stata individuata. Secondo il quotidiano Sacramento Bee, dei responsabili locali della rete elettrica hanno indicato alle autorità californiane che era avvenuto un guasto vicino al luogo in cui il rogo è cominciato.

Donald Trump, mentre era in viaggio in Francia per le cerimonie del centenario dell'armistizio che pose fine alla Prima guerra mondiale, si è attirato delle critiche dopo avere puntato il dito sabato su Twitter su una gestione delle foreste definita "talmente cattiva", minacciando di tagliare i contributi federali in caso di mancato miglioramento. Un tweet tacciato dal capo del sindacato dei pompieri della California, Brian Rice, di essere "mal informato, inopportuno e umiliante per tutti coloro che soffrono nonché per gli uomini e le donne sulla linea del fronte". Successivamente Trump ha mostrato maggiore empatia, twittando così: "I nostri cuori sono con chi combatte gli incendi" e con gli evacuati e le famiglie delle vittime, salvo poi aggiungere domenica: "Con una gestione adeguata delle foreste possiamo fermare la devastazione che colpisce costantemente la California".

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