Il discorso della premier britannica alla Camera dei Comuni. Fermamente contraria alla sospensione dell'art. 50 che rinvierebbe l'uscita di qualche tempo: "Meglio trovare un nuovo accordo". Corbyn: "Deve cambiare linee"

No a un secondo referendum e alla sospensione dell'art 50 (che, in sostanza, rinvierebbe la Brexit). Secondo Theresa May, il piano "B" sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea passa attraverso un nuovo accordo. "Ed è quello che il governo sta cercando di fare" Comincia così la giornata più lunga per la premier inglese, quella in cui la May deve convincere la Camera dei Comuni (che l'ha già bocciata la scorsa settimana sul "piano A") ad accettare un "piano B" che, probabilmente, dovrebbe contenere un nuovo accordo per quanto riguarda il confine con l'Irlanda e che dovrebbe essere pronto in tempo per il 29 gennaio (data entro la quale va approvato anche in sede europea). Imm.diata e dura la replica del leader laburista Jeremy Corbyn: "Mey deve cambiare linea".

"Ringrazio chi ha partecipato" ai colloqui dei giorni scorsi, "mi dispiace che Corbyn abbia scelto di non partecipare, spero rifletta su questa decisione vista l'importanza del problema, dobbiamo lavorare insieme per uscire dallo stallo". Ha detto la premier britannica iniziando il suo discorso alla Camera.

Poi, Theresa May è entrata nel merito: "La revoca dell'articolo 50 andrebbe contro la volontà popolare, secondo me non è la rotta da seguire". Il miglior modo per evitare un no deal è "approvare un accordo con l'Ue, cosa che il governo sta cercando di fare", l'altra via sospendere l'articolo 50, cosa che secondo la premier è improbabile Bruxelles accetterebbe senza un piano certo su come raggiungere un'intesa. Altri chiedono un secondo referendum, ha aggiunto, ma "il nostro dovere è attuare il primo referendum" che ha deciso l'uscita dall'Ue. Inoltre, ha sottolineato, i rischi che un nuovo referendum "stabilirebbe un pericoloso precedente sulla gestione" delle consultazioni popolari e "rafforzerebbe quanto vogliono sfaldare il Regno Unito".

Come è noto, il punto chiave è la questione del confine tra Irlanda (paese sovrano membro della Ue) e Irlanda del Nord che fa parte del Regno Unito e del fatto che qualunque accordo provvisorio rischierebbe di diventare definitivo.  "Credo che possiamo fare progressi sul backstop – ha detto May – , mi consulterò con i deputati su possibili modifiche e poi porterò le conclusioni di questi colloqui all'Ue". La premier, dunque, intende uscire dalla Camera con una nuova ipotesi di accordo per poi andare a ridefinirla in sede Ue.

Sulla sospensione dell'articolo 50 si stanno muovendo una ventina di parlamentari di entrambi gli schieramenti, ma la premier, fin da domenica, si è detta fermamente contraria finendo quasi per accusarli di "cospirazione".

Jeremy Corbyn – Il leader laburista Jeremy Corbyn ha preso la parola per un attacco durissimo a May: "Il governo sembra ancora non aver fatto i conti con la dimensione della sconfitta alla Camera dei comuni la settimana scorsa", la premier "finge" di aver accettato la realtà ma "in realtà la sta negando", "la premier deve cambiare le proprie linee rosse, perché il suo attuale accordo" sulla Brexit "è impresentabile". A proposito dei colloqui della premier conservatrice con i leader politici, Corbyn ha aggiunto che si tratta di una "farsa" e che tutti ne sono usciti "con la stessa conclusione: al contrario di quanto May ha detto, non c'è stata flessibilità, non ci sono stati negoziati, nulla è cambiato"

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: