Ora la premier May potrà andare a Bruxelles con il sostegno di Westminster per rinegoziare l'accordo di divorzio. Ma l'Ue frena: "No alla riapertura della discussione sul testo"

Il Parlamento britannico ha approvato con 317 voti a favore e 301 contrari l'emendamento presentato dal deputato conservatore, Graham Brady, che propone di sostituire, all'interno del testo di accordo sulla Brexit, il meccanismo di backstop con "soluzioni alternative per evitare un confine rigido" tra Irlanda del Nord e Repubblica di Irlanda. La premier Theresa May aveva chiesto ai parlamentari Tory di appoggiare questo emendamento, che ora le permetterà di andare a Bruxelles con il sostegno di Westminster per rinegoziare l'accordo di divorzio.

May ha confermato alla Camera dei Comuni l'impegno a cercare di riaprire i negoziati con l'Ue per ottenere garanzie "legalmente vincolanti". Negoziati che, ha precisato la premier, non saranno facili".

Ma da Bruxelles arriva un nuovo stop: "L'accordo di Brexit è e rimane il migliore e l'unico modo per garantire un ritiro ordinato del Regno Unito dall'Unione Europea. Il backstop è parte di questo contratto e non è aperto per la rinegoziazione", ha fatto sapere un portavoce del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.

Il voto sugli altri emendamenti – Oltre a quello sul backstop, è stato approvato l'emendamento quello che esclude un divorzio senza accordo, a due mesi dalla data di divorzio prevista per il 29 marzo.

Respinta invece la proposta della deputata laburista Yvette Cooper, che avrebbe imposto un rinvio della Brexit prevedendo la discussione di una legge che costringa il governo a posticipare la data del divorzio nel caso in cui non dovesse essere trovato alcun accordo entro il 26 febbraio (la legge sarebbe vincolante per la premier May).

Bocciato l'emendamento presentato dai Labour di Jeremy Corbyn, che chiedeva al governo più tempo per dibattere e votare sui modi di prevenire un 'no deal' e cercare piuttosto una forma di unione doganale con la Ue. La votazione, come riporta la Bbc, ha visto l'emendamento bocciato da 327 deputati contro i 31.

No dei deputati anche a quello proposto dal conservatore Dominic Grieve, che darebbe al Parlamento sei giorni di tempo per discutere e votare su opzioni alternative, e a quello presentato dallo Scottish National Party (Snp) che chiedeva al governo un'estensione dell'Articolo 50 e che la Scozia rimanesse nell'Ue.

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