La Camera dei Comuni ha respinto le ipotesi che prevedevano alternativamente una forma di unione doganale, un rinvio lungo o un nuoco referendum. No deal sempre più probabile. Il negoziatore Ue, Barnier: "Accordo resta l'unica strada"

I deputati britannici hanno votato contro a maggioranza a tutte e quattro le 'opzioni B' per la Brexit. La Camera dei Comuni ha dunque bocciato i quattro possibili piani alternativi per la Brexit dopo aver respinto anche l'accordo del governo con l'Ue per tre volte. Proposte alternative per mantenere legami economici molto più stretti dopo la Brexit, tenere un secondo referendum o fermare la Brexit per evitare un divorzio da Bruxelles senza accordo, non sono riuscite a ottenere la maggioranza dei voti in Parlamento.

Ecco i quattro emendamenti bocciati: 1) quello presentato dal conservatore Ken Clarke per prevedere l'impegno a negoziare un'unione doganale "permanente e globale" con l'Ue (il 27 marzo bocciata per soli 6 voti); 2) la proposta presentata dal conservatore Nick Boles, detta 'mercato comune 2.0', che prevede adesione a European Free Trade Association (Efta) con partecipazione al mercato unico; 3) l'emendamento dei laburisti Peter Kyle e Phil Wilson per richiedere un referendum popolare a conferma di qualsiasi accordo approvato dal Parlamento; 4) quello della deputata dello Scottish National Party, Joanna Cherry, su una nuova proroga all'articolo 50 se l'intesa di May non sarà approvata entro due giorni dal 12 aprile e su una scelta tra no deal e revoce dell'articolo 50 in caso di no dall'Ue.

Solo quello che proponeva di restare nell'Unità doganale europea ha perso di appena tre voti (l'altra sera aveva perso di sei). Per questo il leader laburista Jeremy Corbyn ha chiesto di sottoporlo a una terza votazione, così come è stato per la proposta di accordo della premier.

Sconfortato il primo commento del portavoce del Parlamento europeo Guy Verhofstadt: "Una hard Brexit è diventata quasi inevitabile. Mercoledì il Regno Unito ha un'ultima possibilità di rompere l'impasse o affrontare l'abisso".

Anche il capo negoziatore dell'Unione europea per la Brexit, Michel Barnier avverte che l'uscita della Gran Bretagna senza un accordo la prossima settimana è "giorno dopo giorno più probabile". "Una Brexit senza accordo non è mai stata la mia volontà, ma sta diventando sempre più probabile ogni giorno che passa", ha detto Barnier in una conferenza organizzata dal think tank EPC a Bruxelles. Barnier ha poi commentato: "Abbiamo cercato di assicurarci che il Regno Unito potesse lasciare l'Unione Europea il 29 marzo, proprio come previsto. Se il Regno Unito vuole ancora lasciare l'Unione in modo ordinato, questo accordo, questo trattato è e sarà l'unico".

 

 

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