Dura sconfitta per Erdogan tanto che il suo partito ha subito denunciato irregolarità e previsto di contestare i risultati

Batosta in Turchia per il partito Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan alle elezioni amministrative, considerate un test sulla sua tenuta politica. Dopo 15 anni al potere il Partito della giustizia e dello sviluppo perderebbe Ankara e Istanbul, le due maggiori città della nazione: una dura sconfitta per Erdogan, ex sindaco della città sul Bosforo, tanto che il suo partito ha subito denunciato irregolarità e previsto di contestare i risultati. A livello nazionale l'Akp, assieme al partner di coalizione Partito del movimento nazionalista, ha ottenuto oltre il 51% delle preferenze alle urne, ed Erdogan domenica sera ha per questo parlato di "vittoria". Il governo di Istanbul è nelle mani di partiti legati a Erdogan dal 1994, quando lui fu per la prima volta eletto primo cittadino della città. La commissione elettorale ha comunicato che il candidato del partito d'opposizione Chp, Ekrem Imamoglu, è in testa nello scrutinio con il 48,79%, davanti all'ex premier Binali Yldirim 48,51%, con il 99% dei seggi conteggiati, ha riferito l'agenzia Anadolu. In precedenza, era emerso che l'esito era sospeso a causa di 80 seggi contestati e l'Akp ha detto di poter "dimostrare" le irregolarità. Le autorità elettorali hanno annunciato anche che Mansur Yavas del Chp ha vinto ad Ankara: con quasi tutti i voti conteggiati (99%), ha ottenuto circa il 51% delle preferenze, mentre il candidato dell'Akp Mehmet Ozhaseki si è fermato al 47%.

"Vogliamo iniziare a lavorare il più presto possibile per servire il popolo", ha detto Imamoglu ai giornalisti, citato da AFP. "Ankara ha vinto, il perdente ad Ankara è Ozhaseki: la politica sporca ha perso", ha detto Yavas ai sostenitori. E il leader del partito Chp, Kemal Kilicdaroglu, ha aggiunto: "Il popolo ha votato a favore della democrazia". Tuttavia, l'Akp ha annunciato il ricorso contro il presunto annullamento di decine di migliaia di voti nelle due città. L'annuncio formale è stato dato dal segretario Fatih Sahin, secondo cui il risultato potrebbe essere ribaltato. Per i media, i risultati del voto saranno contestati anche nella provincia orientale di Igdir. "Useremo appieno tutti i nostri diritti legali", ha affermato Sahin. Queste sono state le prime municipali da quando Erdogan ha assunto poteri 'rafforzati', nelle presidenziali dello scorso anno. L'Akp, radicato nell'islam politico e sostenuto soprattutto da fasce di popolazione religiose e conservatrici, da quando è arrivato al potere nel 2002 ha vinto pressoché tutte le elezioni. E il fatto che gran parte dei media sia filo-governativo o controllato da sostenitori di Erdogan ha messo in difficoltà l'opposizione. Tanto che il filocurdo Partito democratico dei popoli (Hdp) ha parlato di elezioni scorrette e ha rifiutato di presentare candidati in varie città, mentre alcuni suoi esponenti sono in carcere per accuse di terrorismo.

Lo stesso Erdogan in campagna elettorale ha descritto i propri rivali come nemici dello Stato, accusandoli anche di essere legati al Pkk. Intanto, mentre l'Occidente guarda alla Turchia come a un Paese dove la democrazia è stata sempre più erosa dalla leadership di Erdogan, soprattutto dopo il fallito golpe del 2016 per cui decine di migliaia di persone sono state arrestate, il governo di Erdogan si prepara già alle elezioni presidenziali e generali del 2023. Con la recessione in corso e i relativi problemi di scontento popolare, il ministero delle Finanze ha annunciato che presenterà a giorni delle riforme economiche.

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