Resta il vincolo sulle elezioni europee: "Se il Regno Unito sarà ancora membro dell'Ue il 23-26 maggio 2019, dovrà partecipare al voto"
Sì ad un rinvio "lungo quanto necessario". E' quanto emerge dalla bozza delle conclusioni del vertice europeo di mercoledì sulla Brexit, diffusa dai media britannici. "Il Consiglio europeo – si legge – è d'accordo con un'estensione per consentire la ratifica dell'accordo di ritiro", sottolineando che il rinvio debba essere "lungo quanto necessario", ma senza fornire una data. E aggiunge: "Il Consiglio sottolinea che non può essere permesso che un'estensione mini il funzionamento regolare delle istituzioni dell'Unione. Se il Regno Unito sarà ancora membro dell'Ue il 23-26 maggio 2019 e non avrà ratificato l'accordo di ritiro entro il 22 maggio 2019, dovrà tenere elezioni per il Parlamento europeo in accordo con la legge dell'Unione". Inoltre, "se il Regno Unito non mantiene i suoi impegni, il ritiro avverrà il 1 giugno 2019".
Una notizia positiva per Theresa May, che da giorni continua a lavorare per trovare una strada che le permetta di ottenere dal vertice Ue un rinvio congruo, né troppo breve né troppo lungo, per una Brexit ordinata e con un buon accordo per entrambe le parti.
Merkel – In mattinata, la premier britannica è stata a Berlino dove ha incontrato Angela Merkel. Subito dopo, May è volata a Parigi per incontrare Macron sulle stesse questioni. May e Merkel hanno concordato "sull'importanza di garantire un ritiro ordinato del Regno Unito dall'Unione europea" ha detto un portavoce di Downing Street dopo l'incontro. Premier e cancelliera, ha spiegato il portavoce, "hanno discusso la richiesta del Regno Unito di un'estensione dell'articolo 50 al 30 giugno". La leader britannica ha anche "delineato i passi che il governo sta facendo per portare il processo della Brexit a una conclusione positiva, aggiornando anche Merkel sulle discussioni in corso con l'opposizione".
L'obiettivo di May è di vedere ancora il capo del Labour, Jeremy Corbyn con il quale sta trattando da giorni per un accordo sostenibile in patria e a Bruxelles. L'idea è di ottenere una proroga fino al 30 giugno ma di riuscire a evitare agli inglesi l'umiliazione di dover partecipare a un voto (quello di fine maggio per il nuovo Parlamento europeo) per un organismo nel quale la Gran Bretagna non vuole più stare. Per ottenere questo tipo di rinvio (né troppo lungo né troppo corto) è probabile che la premier debba dare garanzie all'Unione Europea e la stessa Ue deve immaginarsi un percorso che eviti qualsiasi (anche lontana) ipotesi di invalidazione dell voto europeo.
Macron – La Francia "non è contraria" a un rinvio della Brexit, ma un rinvio di un anno "appare troppo lungo", ha dichiarato un consigliere del presidente francese Emmanuel Macron, sottolineando che la Francia "non è chiusa a costruire una soluzione alternativa al no deal, ma con alcuni limiti e non a ogni costo".
Michel Barnier – Il capo negoziatore per la Brexit dell'Ue ha detto che qualsiasi ritardo nel divorzio che il blocco potrebbe concedere alla Gran Bretagna dipenderà dal piano che May porterà al vertice. "La durata dell'estensione è legata allo scopo – a cosa serve – e dipende da quello che la signora May dirà ai leader europei domani", ha detto Michel Barnier, alla vigilia del summit Brexit di emergenza a Bruxelles.
"Il no deal non sarebbe mai la decisione dell'Ue, sarà sempre responsabilità del Regno Unito dirci che cosa vuole", ha insistito Barnier parlando ai giornalisti. "L'elemento nuovo, in questo contesto grave e complesso, è la discussione intrapartitica che è stata finalmente intrapresa da May con il Labour", ha aggiunto, augurandosi che questo dialogo consenta "di costruire alla fine una maggioranza positiva" a favore dell'accordo di ritiro. Questa intesa, negoziata da May e Bruxelles, è stata per tre volte bocciata dal Parlamento di Londra. Barnier ha anche ribadito che non può essere rinegoziata, sottolineando che la "dichiarazione politica" che l'accompagna potrebbe esserlo, se ciò facilitasse il compromesso tra laburisti e conservatori.
Per esempio, secondo Barnier, i due partiti britannici potrebbero convenirvi di mettere in atto una "vera unione doganale" e non un semplice accordo di libero scambio, come ha chiesto il Labour. Tuttavia, per il francese in questo caso il Regno Unito dovrà rispettare "l'integrità del mercato interno, l'autonomia di decisione dei 27 e l'indivisibilità delle quattro libertà".
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