Lunga discussione a Bruxelles con Macron e Merkel su fronti opposti. La cancelliera tedesca era per una proroga anche più lunga, il presidente francese per un delay brevissimo. L'ha spuntata Merkel. Theresa May accetta la proroga

Alla fine i leader europei hanno deciso di concedere alla Gran Bretagna e alla Brexit una proroga fino al prossimo 31 ottobre. Entro quella data la Gran Bretagna potrà uscire in qualunque momento. Se riuscirà a farlo entro il 22 maggio, non parteciperà alle elezioni europei e il primo giugno sarà fuori, altrimenti, gli inglesi andranno a votare ma i loro rappresentanti non dovranno interferire sulle decisioni più importanti dell'Unione Europea. La decisione è stata riferita dal presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk alla premier inglese Theresa May che ha accettato.

Ci sono volute ore di discussione per arrivare (ben dopo la mezzanotte) a questa decisione e si sono evidenziate profonde differenze di vedute. Da una parte, il presidente francese Emmanuel Macron, con l'appoggio di Austria e Belgio, ha sostenuto la necessità di una proroga brevissima per mettere la Gran Bretagna davanti allo spauracchio di un "no deal" e evitare che gli eventuali rappresentanti inglesi eletti possano in qualche modo interferire nelle scelte dell'Unione che non li riguarderebbero più ma che potrebbero essere interessati a indirizzare in una direzione piuttosto che in un'altra.

Sul fronte opposto, Angela Merkel (appoggiata, tra gli altri, anche da Giuseppe Conte) ha chiesto, invece, una proroga lunga: di un anno o almeno fino al 31 dicembre 2019. Secondo Merkel è importante evitare che il tempo diventi un fattore di pressione su Theresa May ed è necessario che la Gran Bretagna possa uscire in qualunque momento riesca a trovare un accordo. La partecipazione al voto della fine di maggio, secondo la cancelliera tedesca, è un forte deterrente per gli inglesi che hanno tutto l'interesse di evitare quella che sarebbe una vera e propria umiliazione: votare per eleggere rappresentanti inutili e "a tempo". In questo senso, Angela Merkel era per dare ancora una volta fiducia a Theresa May e ai negoziati che la premier inglese sta conducendo con i laburisti di Jeremy Corbyn per un accordo che comprenderà, probabilmente, forme di permanenza della Gran Bretagna in un qualche tipo di unione doganale.

May è arrivata a Bruxelles in serata e ha parlato davanti al Consiglio Europeo. Ha detto che la Gran Bretagna ha tutto l'interesse a uscire "il più presto possibile" e ha chiesto una proroga piuttosto breve: fino al 30 giugno con la possibilità di non partecipare al voto se la Brexit si verificasse entro il 22 maggio e, comunque, di uscire il primo del mese successivo a quello in cui si raggiungesse un accordo. Come si è detto, su questi punti, si è accesa una lunga e articolata discussione che ha visto Macron e Merkel su fronti opposti. Alla fine l'ha spuntata (come concetto) Angela Merkel anche se la proroga è risultato un poco più breve. A quel punto, il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha ricevuto May per comunicarle la decisione del Consiglio. La premier ha detto subito "ok".

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