Marocco, viaggio fra le ‘grandi opere’: dal tav ‘cavallo alato’ al porto Tanger Med

Le infrastrutture cuore dell'idea di Marocco voluta da re Mohammed VI, di cui ricorrono questo mese i 20 anni sul trono: fiore all'occhiello l'alta velocità ferroviaria Casablanca-Tangeri e il grande polo portuale sul Mediterraneo

 Il porto Tangeri Med, motore economico del Marocco, e il 'cavallo alato' Al-Boraq, primo treno ad alta velocità dell'Africa. La visione complementare delle infrastrutture è al cuore dell'idea di Marocco voluta da re Mohammed VI, di cui ricorrono questo mese i 20 anni sul trono.

In sella al 'cavallo alato' – il nome del tav marocchino è stato scelto proprio dal sovrano – si arriva da Casablanca a Tangeri in poco più di due due ore, passando per Rabat e Kenitra. E si guarda già avanti: il prossimo step dovrebbe essere la linea transatlantica, cioè l'estensione dell'alta velocità fino ad Agadir, da realizzarsi entro il 2030/2040. In cantiere, poi, c'è anche la cosiddetta linea transmaghrebina di collegamento con Algeria, Tunisia e Libia, per realizzare la quale servirà, prima di tutto, trovare accordi politici.

Per il recente lancio del tav marocchino sono state rinnovate le stazioni delle quattro città da cui passa: Rabat, Casablanca, Kenitra e Tangeri. A inaugurare la nuova stazione di Rabat Agdal, a novembre del 2018, insieme al re c'era anche il presidente francese Emmanuel Macron, dato il partenariato strategico con la Francia. La struttura in vetro e acciaio, pensata come un ponte fra i due quartieri Agdal e Hassan II Hakkari, da cui vi si ha accesso, è il simbolo esemplare dell'impronta che Mohammed VI ha voluto dare al Marocco: un intreccio di tradizione e modernità. Le decorazioni geometriche sono tradizionali, ma i materiali e la progettazione sono del tutto moderni, con pannelli fotovoltaici sul tetto che permettono di coprire il 40% dei consumi di energia della stazione stessa.

Rientra sempre nella visione reale Tangeri Med, polo che ingloba porto commerciale e zona franca con attività industriali. In questo porto di fronte alle coste della Spagna, inaugurato nel 2007 e recentemente ampliato, arrivano navi passeggeri che collegano per esempio con la vicina Europa in circa un'ora. "Tanger Med è stato lanciato nel 2003 attraverso una visione reale che voleva che questa regione, la quinta dal punto di vista economico, potesse avanzare. Oggi è la seconda regione economica del Marocco", ricorda a LaPresse il direttore di Tanger Med, Rachid Houari. In questa parte di costa si susseguono a perdita d'occhio container su container colorati e gru che li spostano per smistarli. "Negli ultimi anni Tanger Med è diventata la prima piattaforma di esportazioni e importazioni di prodotti a livello del Marocco e questo costituisce oltre il 50% dei flussi di import-export del Marocco", spiega a LaPresse Idriss Aarabi, direttore delle operazioni import-export di Tanger Med.

Nella zona franca industriale sono stabilite 900 imprese di 35 nazionalità, diverse delle quali italiane: "Abbiamo ricevuto investimenti importanti in settori come l'automobile, l'aeronautica, il tessile, l'agroalimentare e i servizi in generale", spiega Ilham Khalil, direttrice della Tanger Free Zone. "Abbiamo per esempio pezzi aeronautici che sono prodotti nella Tanger Free Zone e che vengono inviati ad Airbus e Boeing", prosegue, chiarendo che "la zona industriale utilizza la competitività logistica e la connettività del porto per inviare questi pezzi". A fornire un'idea delle proporzioni del traffico che transita dal porto di Tanger Med è ancora il suo direttore, Rachid Houari: "Nel 2018 52 milioni di tonnellate trattate, 3 milioni e 2mila container trattati, circa mezzo milione di auto prodotte in Marocco esportate verso 70 Paesi, 3 milioni di passeggeri e 330mila camion, molti dei quali partono verso l'Italia".