Fallito tentativo di disincagliare la Ever Given
Il Canale di Suez, principale arteria di collegamento per il commercio tra l’Europa e l’Asia, è rimasto bloccato per il quarto giorno consecutivo dopo che la nave cargo Ever Given martedì si è arenata a circa 6 chilometri a nord dell’ingresso meridionale. Un nuovo tentativo di disincagliare l’imbarcazione, effettuato venerdì, è fallito mentre il traffico marittimo è andato in tilt con oltre 200 navi rimaste bloccate fuori dal Canale. Alcune hanno già cominciato a cambiare rotta in previsione della lunga durata del procedimento di sblocco.
Liberare la Ever Given è “una vera sfida” e potrebbe richiedere da cinque giorni a una settimana, ha detto all’Associated Press Nick Sloane, l’esperto che ha guidato l’operazione di recupero della Costa Concordia all’isola del Giglio. La posizione, le dimensioni e la grande quantità di carico dell’imbarcazione rendono l’operazione più complessa, ha spiegato Sloane. Non solo, più tempo ci vorrà per disincagliarla, peggiori diventeranno le condizioni della nave, ha avvertito.
Le aziende internazionali intanto si stanno preparando all’effetto che il blocco del canale avrà sulle catene di approvvigionamento che si basano su consegne precise di merci. L’arretrato di navi potrebbe sovraccaricare i porti europei e danneggiare l’approvvigionamento internazionale di container, già messo a dura prova dalla pandemia di coronavirus, secondo il gruppo di ricerca IHS Markit. Da quando la Ever Given, di proprietà della società giapponese Shoei Kisen KK, si è arenata a causa di forti venti, sarebbero dovute passare dal canale 49 navi da carico. Il ritardo potrebbe anche comportare enormi richieste di risarcimento da parte delle compagnie. Intanto l’Autorità del Canale di Suez ha accolto con favore le offerte di aiuto per portare avanti l’operazione arrivate da diversi Paesi tra cui gli Stati Uniti.
Circa il 10% di tutto il commercio globale passa attraverso il canale lungo 193 chilometri, che consente alle petroliere e alle navi portacontainer di evitare un lungo viaggio intorno alla punta meridionale dell’Africa. Il giornale di navigazione Lloyd’s List stima che ogni giorno dal canale artificiale transitino merci per un valore di 9,6 miliardi di dollari. Gli esperti ritengono che l’impatto che il blocco avrà sulle spedizioni e sui consumatori dipenderà in gran parte da quando verrà riaperto il traffico. Il blocco ritarderà l’arrivo di una serie di parti e materie prime per prodotti europei, come il cotone dall’India per i vestiti, il petrolio dal Medio Oriente per la plastica e i ricambi per auto dalla Cina. “Il fatto che il nodo più importante della rete commerciale sia bloccato avrà importanti effetti sul benessere in tutto il mondo”, ha spiegato Woan Foong Wong, professore di economia presso l’Università dell’Oregon.
Suez è centrale anche per il commercio del petrolio. Si stima che ogni giorno passino dal canale circa 1,9 milioni di barili, ovvero il il 7% di tutto il petrolio trasportato via mare. La chiusura influenzerà in particolare le spedizioni di petrolio e gas naturale dal Medio Oriente all’Europa. S&P Global Platts Analytics ha affermato che in media in un giorno circa 1 milione di barili di greggio e 1,4 milioni di barili di benzina e altri prodotti raffinati fluiscono dal Medio Oriente e dall’Asia settentrionale attraverso il canale verso l’Europa. Gli analisti dell’IHS Markit ritengono che l’impatto sul mercato petrolifero globale sarà limitato se il canale verrà liberato presto visto che la domanda di energia è ancora debole a causa della pandemia. Il prezzo internazionale del greggio è aumentato dopo il blocco, ma successivamente è diminuito. Gli analisti hanno attribuito il calo al rapporto di un gruppo industriale sulle grandi scorte statunitensi e alla preoccupazione che i blocchi legati alla pandemia in Europa intaccheranno ulteriormente la domanda di energia, superando le preoccupazioni per la nave arenata.
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