Violenti scontri sono scoppiati tra le forze di sicurezza tunisine e centinaia di giovani manifestanti che sono scesi nelle strade di Tunisi per manifestare contro le brutalità della polizia nei quartieri operai della capitale. I manifestanti hanno lanciato bastoni, sedie e bottiglie d’acqua contro le forze di sicurezza, che a loro volta hanno sparato gas lacrimogeni e hanno arrestato brutalmente diverse persone. Alcuni giorni fa un giovane è stato ucciso “in circostanze sospette” nella zona di Sidi Hassine Sijoumi, alla periferia di Tunisi, secondo la Lega tunisina per la difesa dei diritti umani (Ltdh). I disordini sono stati in parte innescati anche da un’aggressione in cui un minore è stato denudato e picchiato duramente dalle forze di polizia nello stesso quartiere. Il video è stato ampiamente diffuso sui social media. A seguito della diffusa indignazione pubblica, e dopo aver inizialmente sostenuto che il giovane picchiato nel video era ubriaco, il Ministero dell’Interno ha ammesso che gli agenti erano responsabili dell’aggressione e ha assicurato che saranno sospesi dalle loro funzioni. In un comunicato, la Ltdh ha denunciato le violenze subite dai cittadini durante gli scontri con la polizia “per mettere a tacere le voci di protesta”, accusando il primo ministro Hichem Mechichi, che è anche ministro degli interni ad interim.