"Non rimarremo inattivi a lungo" hanno detto i portavoce della Commissione, ribadendo che non esiteranno a usare tutti gli strumenti a disposizione per bloccare la legge

La Commissione europea è risoluta. Sulla legge ungherese ‘anti Lgbtiq’ si va verso la procedura di infrazione. I tempi di risposta alla replica di Budapest si stanno allungando perché si stanno studiando bene i contenuti, fanno sapere dall’esecutivo Ue. Dovranno essere analizzati bene i termini per rilevare le violazioni del diritto comunitario, ma la lettera che precede la procedura di infrazione è ormai in preparazione. “Non rimarremo inattivi a lungo” hanno detto i portavoce della Commissione, ribadendo che non esiteranno a usare tutti gli strumenti a disposizione per bloccare la legge che la presidente Ursula von der Leyen ha definito una vergogna.

Non si sa ancora quali siano state le controdeduzioni avanzate dal governo di Victor Orban ma, fanno sapere fonti della Commissione, i contenuti sono in parte quelli sbandierati dall’esecutivo di Budapest in diverse occasioni e piattaforme. “Se permettiamo agli altri di dirci chi può vivere nel territorio dell’Ungheria, come organizzare la vita nel nostro paese, come crescere i nostri figli, se permettiamo agli altri di dirci come dovrebbe vivere il popolo ungherese, siamo condannati”, ha detto sabato Orban a una cerimonia di passaggio dei cadetti delle forze dell’ordine dell’Università Nazionale del Servizio Pubblico ungherese. E ancora nel suo sito si legge: “Sono anche certo che solo gli ungheresi possono decidere sull’educazione dei bambini ungheresi, e non certo i tedeschi, gli olandesi o i belgi. Se sia meglio vivere in un mondo binario o arcobaleno e perché è una domanda su cui entrambe le parti sostengono la propria opinione. Ognuno ha la sua verità. La migrazione non è un diritto umano e il modo in cui un bambino viene allevato sessualmente non è un diritto umano di un bambino. Non esiste tale diritto umano”.

Ormai tra Budapest e Bruxelles è guerra aperta. Alle dure prese di posizione della Commissione e del Consiglio europeo, si aggiungerà il passaggio di mercoledì alla plenaria del Parlamento europeo. Il tema è stato inserito in un più ampio dibattito sul rispetto dello stato di diritto e dell’articolo 7 dei Trattati e che coinvolgerà anche la Polonia. La legge approvata il 15 giugno dalle autorità ungheresi non è stata nemmeno condivisa, ha detto oggi il portavoce del Parlamento europeo, Duch Guillot, che ha rimarcato come quella legge proibisce qualsiasi testo che riguardi l’omosessualità. Poi sarà il Consiglio Ue a stabilire se viola il diritto comunitario ma intanto il Parlamento metterà ai voti una risoluzione, ha aggiunto il portavoce, che ha risposto anche a una domanda anche sul manifesto dei conservatori lanciato venerdì dalle forze vicine alle posizioni di Orban. Secondo Guillot non ci sarebbe nemmeno la volontà da parte dei sovranisti di creare un nuovo gruppo politico in seno al Parlamento Ue che riunisca i sovranisti e i nazionalisti firmatari di quella Carta. Nei giorni scorsi diversi esponenti dei vari gruppi politici al Parlamento europeo non avevano risparmiato dure accuse verso il provvedimento ungherese, lasciando intravedere un dibattito in plenaria senza esclusioni di colpi. Un’altra battaglia in una guerra appena iniziata.

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