Nel 2015 morirono nel teatro oltre 130 persone tra cui l'italiana Valeria Solesin

In un complesso protetto all’interno del tribunale è iniziato oggi, a Parigi, il processo a 20 uomini accusati degli attacchi del gruppo dello Stato islamico del 2015 a Parigi che hanno causato oltre 130 morti, tra cui la veneziana Valeria Solesin, e centinaia di feriti.  Nove uomini armati e attentatori suicidi hanno colpito a pochi minuti l’uno dall’altro allo Stade de France, alla sala concerti Bataclan e ai ristoranti e caffè di Parigi il 13 novembre 2015. 

L’unico sopravvissuto della cellula estremista di quella notte, Salah Abdeslam, è l’imputato chiave tra quelli processati per l’attacco più mortale in Francia dalla seconda guerra mondiale ed è l’unico accusato di omicidio. Gli imputati, 20 in tutto, sono stati condotti uno ad uno in una ‘teca di vetro’ al lato dell’aula, circondati da ufficiali armati. Abdeslam è arrivato indossando abiti neri. La mia “ambizione è quella di diventare un combattente per lo Stato islamico”, ha detto quando gli è stato chiesto di identificarsi e di dichiarare la sua professione e ha dichiarato davanti alla corte che non c’è “nessun dio se non Allah”.

Abdeslam denuncia: “Trattati come cani”

Salah Abdeslam in aula ha denunciato le condizioni di detenzione. “Dobbiamo essere trattati come esseri umani, non siamo cani”, ha detto dopo essersi tolto la mascherina ed essersi alzato in piedi, a seguito del malore avuto da un altro imputato, Farid Kharkhach. “È molto bello qui, ci sono gli schermi piatti, l’aria condizionata, ma lì siamo maltrattati, siamo come cani”, ha aggiunto rivolgendosi al presidente della Corte d’Assise speciale, Jean-Louis Périès. Lo riporta Bfm-Tv.

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