Il futuro ambasciatore a Pechino ha parlato di "genocidio" riferendosi alla minoranza degli uiguri nello Xinjiang
La Cina contro tutti, o quasi. Il primo a entrare nel mirino del Paese del Dragone è il futuro ambasciatore degli Stati Uniti a Pechino, Nicholas Burns, reo di avere parlato ieri al Senato delle “debolezze” su cui puntare per gestire la Cina, di “genocidio” contro gli uiguri in Xinjiang, oltre ad avere espresso sostegno nei confronti di Taiwan e Hong Kong. Tutti temi decisamente ‘sensibili’ per la Cina. La risposta, infatti, è arrivata a stretto giro. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha ha risposto alle affermazioni di Burns, sostenendo che sono da guerra fredda. “Ci opponiamo a definire le relazioni Cina-Usa per competizione. Anche se Cina e Stati Uniti competono in campi pragmatici come l’economia, dovrebbe essere una competizione sana. Sì, spietata, ma di miglioramento reciproco”, ha detto Wang. Il portavoce ha anche ribadito il fatto che Taiwan, Xinjiang, Tibet e Hong Kong sono tutte questioni interne alla Cina.
L’attrito con gli Stati Uniti, però, non è l’unico con cui deve vedersela la Cina. Nella mattina di giovedì, infatti, il Parlamento europeo ha approvato un testo nel quale richiede relazioni più strette con Taiwan, considerandola un partner chiave dell’Ue e un alleato democratico nell’Indo-Pacifico. Non solo. Il Pe esprime grave preoccupazione per la continua belligeranza militare, le pressioni, le esercitazioni di assalto, le violazioni dello spazio aereo e le campagne di disinformazione della Cina contro Taiwan. I deputati esortano l’Ue a fare di più per affrontare queste tensioni, per proteggere la democrazia di Taipei e lo status dell’isola come importante partner dell’Ue.
Parole inaccettabili, per la Cina che avverte, tramite il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, di “non sottovalutare la forte determinazione, volontà e capacità con cui il popolo cinese difende la sovranità nazionale e l’integrità territoriale” del Paese. Pechino ha sottolineato di “condannare fortemente e opporsi in maniera risoluta” al testo, riaffermando il principio di ‘una Cina sola’. Reazione totalmente opposta da parte di Taiwan, che attraverso un tweet del ministero degli Affari esteri lo definisce un “testo storico”, che “traccia un corso per lo sviluppo di relazioni bilaterali. E invia anche un forte messaggio: Taiwan non è sola”.
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