La Nato rafforza la presenza militare sul fianco orientale. Lavrov: "Dialogo tra sordi"

“E’ un momento pericoloso per la sicurezza europea”. Parola del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che mentre la tensione attorno all’Ucraina resta altissima ha incontrato il premier britannico Boris Johnson. Il quale gli ha fatto eco: la crisi è diventata ormai “il momento più pericoloso” da decenni in Europa. Allarme espresso mentre, negli stessi attimi, a Mosca si teneva il gelido incontro fra la ministra degli Esteri britannica Liz Truss e l’omologo russo Sergey Lavrov. Evidente l’attrito quando Lavrov ha tuonato: le richieste di Mosca sono cadute su “orecchie sorde”, non accettiamo lezioni. E ha annunciato la possibile evacuazione parte del personale non indispensabile della sua ambasciata a Kiev, perché i britannici potrebbero “preparare qualcosa” in Ucraina.

Mentre la diplomazia insiste nel tentare di spezzare lo stallo, a rafforzare il timore che la Russia invada l’Ucraina sono arrivate le esercitazioni militari congiunte di Mosca e Minsk su suolo bielorusso. Oltre 100mila soldati russi sono schierati attorno ai confini ucraini, cui si aggiunge il dispiegamento di Mosca in Bielorussia, dalla cui frontiera Kiev si trova ad appena un centinaio di chilometri. Il timore è che le manovre militari siano funzionali all’aggressione. Anche l’Ucraina ha dato il via ad esercitazioni nel suo territorio, continuando però a cercare di abbassare i toni, con la paura di ulteriore destabilizzazione economica. “Il concentramento di truppe vicino al confine è parte della pressione psicologica” di Mosca, l’Ucraina ha “risorse e armi sufficienti per proteggersi”, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky.

La Nato ha a sua volta rafforzato la presenza militare sul fianco orientale. Gli Usa hanno inviato rinforzi in Polonia e Romania, mentre dal Regno Unito sono arrivati oggi anche 350 soldati in Polonia, dopo che Londra ha inviato in Ucraina missili anticarro. Johnson, dopo la visita al quartier generale dell’Alleanza, è volato a Varsavia, dove ha detto di credere che l’Occidente debba usare “sanzioni e potenza militare, più diplomazia”. E ancora: “Siamo sull’orlo del precipizio, non vedevamo una situazione così pericolosa in Europa da decenni”, spetta a Putin promuovere “la de-escalation”.

Proprio Putin, a Mosca, ha detto che i colloqui con Usa e alleati proseguono, mentre la Russia lavora alla risposta alle proposte occidentali sulla sicurezza. Stoltenberg ha fatto sapere di aver inviato una lettera a Lavrov, invitandolo a una serie di colloqui. Ma nell’incontro con Truss, Lavrov è stato per nulla conciliante: ha parlato di “pura propaganda” occidentale, di “approcci ideologici, ultimatum e moralizzazione, strada che non porta da nessuna parte”. È stato il primo incontro da quattro anni fra i rappresentanti dei due Paesi, dopo la frattura segnata dall’avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal in Inghilterra nel 2018 e da altre tensioni. Truss non ha usato mezzi termini con il russo, avvertendo che attaccare l’Ucraina avrebbe “massicce conseguenze e pesanti costi”, mentre Mosca dovrebbe rispettare gli accordi internazionali che la vincolano alla sovranità e indipendenza dell’Ucraina.

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