Il presidente russo al cancelliere tedesco Scholz: "Quello che accadrà nei prossimi giorni dipenderà dalla situazione reale sul campo"

La Russia “non vuole la guerra” ma quello che accadrà nei prossimi giorni dipenderà dalla situazione reale sul campo. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin alla vigilia di quella che l’Occidente ha indicato come la data di un possibile attacco all’Ucraina. L’ipotesi di un’aggressione militare il 16 febbraio sembra ormai sfumata, e a questo proposito, il ministero degli Esteri russo ha parlato di uno “storico fallimento della propaganda occidentale”. Putin, che ha ricevuto al Cremlino il cancelliere tedesco Olaf Scholz, si è detto pronto a proseguire il dialogo con l’Occidente ma ha avvisato che ci sono delle linee rosse su cui non è disposto a cedere. Ha affermato che la Russia non accetterà mai l’allargamento della Nato verso i propri confini e ha chiamato “genocidio” quello che sta accadendo nel Donbass, dove si trovano i separatisti filo-russi. La Duma (camera bassa del Parlamento russo) ha chiesto proprio oggi a Putin di riconoscere le autoproclamate repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk controllate dai separatisti. Ma al momento, fa sapere il Cremlino, nessuna decisione è stata presa.

Da Mosca sono arrivati durante la giornata segnali contrastanti. Se da una parte il ministero della Difesa russo ha annunciato il ritiro di alcune truppe schierate al confine e in Crimea, e lo stesso Putin si è fatto beffa della precisione con cui gli Usa hanno indicato la possibile data dell’attacco russo, dall’altro lato la Nato ha avvisato di non aver visto segnali di de-escalation sul campo e Kiev ha denunciato un attacco informatico ai siti di ministero Difesa e banche. Inoltre il premier britannico Boris Johnson ha avvertito che la Russia sta costruendo un ospedale da campo vicino al confine ucraino in Bielorussia, notizia che “può essere interpretata solo come un segnale di preparazione per un’invasione”.

Il cancelliere tedesco Scholz ha invitato a trovare una soluzione pacifica alla crisi ma non si è espresso in modo diretto sul possibile stop del gasdotto Nord Stream 2 (completato ma non ancora in funzione) in caso di attacco russo all’Ucraina. “Le conseguenze di un aggressione sono chiare”, ha detto il leader, senza specificare.

In serata poi le parole di Joe Biden. “Gli Stati Uniti sono disposti a continuare a perseguire una diplomazia di alto livello per negoziare intese scritte con la Russia.Ieri il governo russo ha proposto pubblicamente di continuare la diplomazia. Sono d’accordo.”, ha affermato il presidente americano. Poi la precisazione: “Siamo pronti a rispondere con decisione all’attacco russo sull’Ucraina, che è ancora una possibilità”.  “Il ministro della Difesa russo ha riferito oggi che alcune unità militari stanno lasciando le loro posizioni vicino all’Ucraina. Sarebbe positivo, ma non l’abbiamo ancora verificato”, ha sottolineato però il leader della Casa Bianca. “i nostri analisti indicano che rimangono in una posizione molto minacciosa, e resta il fatto che in questo momento la Russia ha più di 150.000 soldati che circondano l’Ucraina e la Bielorussia, e lungo il confine ucraino e l’invasione rimane chiaramente possibile”, ha spiegato Biden

Anche l’Italia continua a lavorare per trovare una soluzione alla crisi ed evitare un’escalation che sarebbe drammatica per il continenete europeo. In mattinata il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky ha sentito il presidente del consiglio Mario Draghi, ringraziandolo per il suppporto ricevuto da Roma. Mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha incontrato a Kiev l’omologo Dmytro Kuleba. Di Maio ha affermato che l’ambasciata italiana a Kiev rimarrà aperta e resterà pienamente operativa e che l’Italia, se necessario, parteciperà ai meccanismi di deterrenza in coordinamento con gli alleati Ue e Nato. Mercoledì si aprirà la ministeriale Difesa dell’Alleanza Atlantica che deciderà sui prossimi passi da compiere.

Il segretario generale Jens Stoltenberg ha ribadito che l’Alleanza non rinuncerà al principio delle porte aperte. Un punto che la Russia vuole invece risolvere. Lo stesso Putin, in conferenza stampa con Scholz, ha chiarito di voler sciolgiere subito il nodo dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Un punto su cui non è disposto a cedere.

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