Volodymyr Zelensky riunisce i giornalisti di tutto il mondo nella metropolitana di Kiev per ribadire di non avere “il diritto di avere paura”. Secondo il presidente ucraino i russi credono che il suo popolo non abbia “diritto alla vita” ma Zelensky non ha nessuna intenzione di mollare la presa. L’attacco a Mosca è diretto ma nonostante tutto il presidente ucraino si dice disponibile a incontrare Vladimir Putin “per mettere fine alla guerra” anche se prima devono “tacere le armi”. In questo momento invece la battaglia infuria. “I russi si comportano come nazisti ma noi ucraini non ci arrenderemo mai”, dice sicuro Zelensky che domani accoglierà a Kiev il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e il capo del Pentagono, Lloyd Austin. Un incontro fondamentale sotto diversi punti di vista, a partire da quello militare. Kiev rivela che le armi chieste all’occidente “sono arrivate” e ringrazia per il cambio di passo, visto in primis da parte di “Gran Bretagna e Usa”. Ma fra i ringraziamenti di Zelensky arriva anche quello sentito all’Italia. “Ha dimostrato un grande sostegno nei nostri confronti e la ringrazio – spiega – si è schierato dalla nostra parte in modo chiaro non solo il popolo italiano ma anche il governo e il premier Draghi. Lo aspettiamo”. E un giorno la capitale ucraina spera di poter ospitare anche Papa Francesco. “E’ presto per parlare di una sua visita ma lo aspettiamo”, dichiara Zelensky auspicando che il Santo Padre possa dare una mano per “sbloccare i corridoi umanitari verso Mariupol”.
La città ‘martire’ dell’ucraina è sempre più il centro del conflitto. Sull’acciaieria Azovstal, ultima roccaforte di difesa delle forze ucraine, sono ripresi i bombardamenti. Le forze militari che la difendono, a partire dal discusso battglione Azov, hanno pubblicato un video dove si vedono i civili che vivono barricati nei sotterranei dell’acciaieria in condizioni inumane. Secondo i funzionari ucraini sarebbero circa 1000 tra cui donne e bambini che hanno comune unico desiderio quello di tornare “a vedere il sole”.
In giornata sotto i bombardamenti è finita anche Odessa. Sulla città sono stati lanciati sette missili. Il bilancio è di almeno 6 morti e una ventina di feriti. Fra i deceduti anche un bambino di tre mesi. Un atto che il presidente Zelensky ripudia. “Sono dei bastardi” dice due volte davanti alle telecamere. Per Mosca invece l’obiettivo a Odessa era un terminal logistico in un aeroporto militare dove era immagazzinato un lotto di armi straniere.
Una situazione di conflitto senza sosta nella quale Zelensky mette dei paletti anche per le trattative. “Se la nostra gente verrà uccisa a Mariupol o se verrà annunciato un ‘pseudo referendum’ in uno qualsiasi dei territori occupati dell’ucraina“, fermeremo i negoziati spiega. Un stoccata viene riservata anche alla Nato. “Ha compiuto un errore strategico con l’ucraina. Se fossimo stati parte dell’Alleanza la Russia non ci avrebbe aggredito”, il suo pensiero.
E secondo la visione di Kiev “l’appetito di Mosca” continua a crescere. L’obiettivo successico sarebbe la Moldavia e in particolare la Transnistria dove – a dire degli ucraini – i russi potrebbero far partire una nuova operazione Donbass.