In un'intervista esclusiva Sergey Razov ha parlato con LaPresse delle relazioni 'deteriorate' fra Roma e Mosca: "Non per colpa nostra". Salvini? Figura politica nota in Russia
Il presidente russo Vladimir Putin “si è congratulato con il Presidente italiano” per la festa della Repubblica. Lo ha detto in un’intervista esclusiva a LaPresse l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov. “In tutti questi anni io e mia moglie abbiamo assistito con grande piacere al solenne ricevimento del Presidente della Repubblica Italiana in occasione della Festa Nazionale con esibizioni di eccellenti gruppi musicali. Niente da fare – la politica è politica”, ha affermato Razov, commentando il mancato invito da parte di Mattarella al concerto del 2 giugno.
Il Quirinale, raggiunto da LaPresse, conferma la notizia. “Si tratta – spiegano all’ufficio stampa – di uno dei tanti messaggi scritti che arrivano ogni anno per la Festa della Repubblica dai capi di Stato stranieri”.
Alla domanda se Mattarella risponderà a Putin, le stesse fonti spiegano: “Non è prassi rispondere a questo tipo messaggi. Non lo si fa e non si è mai fatto per nessuno”.
Nell’intervista a LaPresse Sergey Razov ha risposto alle domande sul controverso piano di viaggio a Mosca di Matteo Salvini: “Qualsiasi sforzo di mediazione dettato dal buon senso e da un sincero desiderio di raggiungere una soluzione politica potrebbe essere richiesto. Il senatore Matteo Salvini è una figura politica nota in Russia, – ha detto l’ambasciatore – leader di un grande partito rappresentato in Parlamento e membro della coalizione di governo. Non ci sono stati ostacoli da parte nostra per il suo viaggio in Russia e i relativi contatti. Quanto alle discussioni negli ambienti politici italiani e sulla stampa di alcune questioni relative a questo viaggio, allora, sarete d’accordo, la Russia non c’entra niente”.
L’ambasciatore ha poi commentato la telefonata avvenuto giorni fa tra Putin e il Presidente del Consiglio Draghi, conversazione centrata in special modo sulla crisi alimentare innescata dalla guerra: “Il Presidente in una conversazione telefonica con il premier Mario Draghi il 26 maggio, ha spiegato in modo abbastanza esaustivo la nostra posizione” riguardo al blocco del trasporto del grano via mare. Non è stata la Russia a minare le acque costiere dell’Ucraina, non stiamo bloccando l’uscita delle navi dai porti. La minaccia alla sicurezza alimentare mondiale, di cui si parla e si scrive molto oggi, non è da ultimo legata alle sanzioni imposte dall’Occidente contro la Russia. In ogni caso, le trattative sono necessarie, e sono attualmente in corso”, ha affermato Razov.
Il diplomatico ha poi parlato delle e relazioni tra Italia e Russia “Purtroppo, si sono deteriorate – ha detto – Molti formati e meccanismi di dialogo che funzionavano efficacemente sono stati congelati, il commercio è in calo, la cooperazione culturale è stata sostanzialmente ridotta, i dipendenti dell’Ambasciata russa sono stati espulsi senza motivo, e non c’è neanche bisogno di parlare della linea dominante nei mass media italiani nei confronti della Russia. A me, come persona che lavora in Italia da parecchio tempo in qualità di Ambasciatore, quello che sta succedendo provoca amarezza e rammarico. Questa non è stata la nostra scelta”, ha affermato l’Ambasciatore, sottolineando che “l’Italia agisce nel quadro delle decisioni collettive, guidata da considerazioni di solidarietà euro-atlantica e disciplina di blocco” ma che “tuttavia, anche se le decisioni sono collettive, la responsabilità è sempre individuale”. “Non mi stanco mai di ripetere: in tali periodi storici di crisi sono particolarmente richiesti un approccio equilibrato, che tradizionalmente ha contraddistinto la diplomazia italiana, e la capacità di vedere e lavorare per il futuro, per non perdere tutto quello che di positivo è stato accumulato in decenni del partenariato costruttivo e della cooperazione reciprocamente vantaggiosa”.
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