Unanime la condanna dell'Occidente. Zelensky fa sapere che la Russia "non dovrà aspettare molto" per ricevere la risposta delle forze armate ucraine
Piovono bombe sulla regione di Odessa. Un attacco missilistico russo nella cittadina di Serhiivka provoca almeno 21 morti fra i civili, compreso un bambino di 12 anni. Una quarantina i feriti. Le esplosioni – accusa Kiev – hanno colpito un edificio residenziale e un centro ricreativo. Il presidente Volodymyr Zelensky, tramite il consigliere Oleksiy Arestovych, fa sapere che la Russia “non dovrà aspettare molto” per ricevere la risposta delle forze armate ucraine. Unanime la condanna dell’occidente. Con l’attacco su Odessa il presidente Putin “continua ad allontanare il tavolo di pace”, dice il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, confermando comunque che l’Italia non si fermerà nella sua azione diplomatica. Opposta la visione di Mosca. Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, i militari russi “non sparano su obiettivi civili” ma prendono di mira “magazzini dove ci sono munizioni militari, imprese in cui vengono preparati e riparati equipaggiamenti militari, luoghi di concentrazione, addestramento e istruzione di mercenari, compresi quelli stranieri”. Orrore senza fine a Mariupol, città martire del Donbass, dove viene alla luce un’altra fossa comune con almeno 100 cadaveri.
Fra Russia e Ucraina intanto scoppia pure la guerra del Borscht, la tradizionale zuppa a base di barbabietole. L’Unesco l’ha inclusa nell’elenco dei beni culturali immateriali che necessitano di una tutela urgente perché “minacciata da vari fattori dall’inizio del conflitto armato nel febbraio 2022”. Il piatto – viene sottolineato ancora – rappresenta un “elemento di unità” per il popolo ucraino. La portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, parla di un’altra dimostrazione del “nazionalismo moderno di Kiev” ricordando come la zuppa nel 1500 era “un piatto dei residenti russi di Kiev”.
Se la parte sud-orientale dell’Ucraina continua ad essere l’epicentro del conflitto nella capitale si tenta di preparare un futuro all’insegna della normalità. La città infatti annuncia la volontà di riaprire le scuole in presenza a partire dal prossimo 1 settembre. La direttrice del Dipartimento dell’istruzione, Olena Fidanyan, spiega che massima priorità sarà data alla sicurezza con bonifica preventiva delle zone adiacenti e rifugi che saranno approntati negli istituti.
Tornando sul fronte diplomatico il Cremlino smentisce il “messaggio” che il presidente indonesiano Joko Widodo avrebbe consegnato a Vladimir Putin da parte di Volodymyr Zelensky dopo la sua doppia visita a Kiev e Mosca. “Non stiamo parlando di qualcosa di scritto”, taglia corto Mosca. Restano tesissimi, infine, i rapporti fra Russia e Stati Uniti. L’ultimo punto di scontro è il processo alla cestista Brittney Griner, del quale si è tenuta la prima udienza. L’accusa per la stella della Wnba, arrestata quattro mesi fa all’aeroporto di Sheremetyevo è quella di possesso di olio di cannabis. Un reato per cui in Russia si rischia fino a dieci anni di prigione. Per Mosca “i fatti” dimostrano che l’atleta possedeva sostanze stupefacenti. Secondo Washington, invece, la sua detenzione è “illegale” e il governo sta “lavorando duramente” per riportarla negli Stati Uniti.
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