Alta tensione dopo la visita della Speaker della Camera americana Nancy Pelosi. Appello alla calma da parte dei Paesi dell'Associazione delle Nazioni del sud-est asiatico (Asean)
La Cina ha dato il via stamattina alle più grandi esercitazioni militari mai fatte intorno a Taiwan che arrivano dopo la visita della speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi a Taipei, considerata una provocazione da Pechino. I media cinesi, citati dalla Bbc, parlano “di manovre militari e d’addestramento con lanci di colpi di artiglieria e di missili”. L’operazione sconfina nelle acque territoriali e interne di Taiwan, oltre che nella zona economica esclusiva del Giappone. Le esercitazioni sono state condannate dal capo della diplomazia Ue Josep Borrell.
L’esercito cinese ha lanciato una serie di missili balistici Dongfeng a nord-est e sud-ovest di Taiwan durante le esercitazioni in corso nelle acque taiwanesi. Lo ha riferito il ministero della Difesa Nazionale taiwanese, come riportano i media locali.
La Cina ha confermato di aver condotto “attacchi missilistici di precisione” nello Stretto di Taiwan nell’ambito di esercitazioni militari in corso nelle acque taiwanesi. “Sono stati effettuati attacchi missilistici di precisione a fuoco vivo armati a lungo raggio su obiettivi selezionati nell’area orientale dello Stretto di Taiwan”, ha affermato l’Eastern Theatre Command dell’Esercito popolare di liberazione cinese, l’ala militare del Partito Comunista al potere, in una dichiarazione sulla propria piattaforma di social media.
“Questo pomeriggio, la Pla Rocket Force ha lanciato un attacco a guida costante multiregionale e multimodello sulle acque programmato al largo della costa orientale dell’isola di Taiwan. L’intera missione di addestramento a fuoco vivo è stata completata con successo e il relativo controllo del mare e dello spazio aereo è stato revocato”. Lo ha riferito il colonnello Shi Yi, portavoce dell’Eastern Theatre Command dell’esercito cinese in un comunicato, come riportano i media taiwanesi.
Pechino: “Taiwan questione interna”
“La questione di Taiwan è una questione interna che riguarda la Cina e la visita della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi sull’isola è una provocazione e una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Cina, non è quella che è stata definita una “difesa della democrazia e della libertà”. Lo ha affermato Ma Xiaoguang, portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan del Consiglio di Stato cinese, come riporta l’emittente Cgtn. Le osservazioni di Ma sono arrivate dopo che i ministri degli Esteri del G7 e l’alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell hanno accusato la Cina di una risposta che rischia di aumentare le tensioni e destabilizzare la regione. “La questione di Taiwan è un affare interno della Cina e non è una questione ‘regionale'”, ha osservato Ma, aggiungendo che le contromisure necessarie sono atti adeguati e legittimi per salvaguardare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina.
Cina: “Visita Pelosi atto maniacale e irresponsabile”
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha definito la visita della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi a Taiwan un’azione “maniacale, irresponsabile e altamente irrazionale” da parte degli Stati Uniti. Lo riporta l’emittente statale CCTV.
Asean: “Evitare che tensione generi conflitti”
L‘Associazione delle Nazioni del sud-est asiatico (Asean) ha rivolto un invito alla calma riguardo alla situazione nello stretto di Taiwan e a evitare qualsiasi “azione provocatoria” dopo la visita della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi a Taipei che ha alimentato le tensioni con la Cina. I ministri degli Esteri dell’Asean riuniti a Phnom Penh, in Cambogia, si sono detti preoccupati che la situazione possa “destabilizzare la regione e portare a errori di calcolo, seri confronti, conflitti aperti e conseguenze imprevedibili tra le potenze mondiali”.
La replica cinese: “Sono gli Stati Uniti ad aver creato la crisi”
“Sono gli Stati Uniti che hanno provocato i guai, gli Stati Uniti hanno creato la crisi e gli Stati Uniti sono ancora quelli che continuano ad aumentare le tensioni”. Così il ministro degli Esteri cinese Wang Yi in un comunicato ha replicato alla dichiarazione dei ministri degli Esteri del G7 che aveva invitato Pechino ad evitare ogni “azione provocatoria”.
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