Non si abbassa la tensione nel Pacifico. Usati più di 100 caccia e 10 navi da guerra. Blinken: "Reazione eccessiva e provocatoria"

Sale la tensione tra Cina e Stati Uniti dopo la visita della speaker della Camera Usa Nancy Pelosi a Taiwan e la conseguente esercitazione militare su larga scala delle forze armate di Pechino intorno all’isola. Il segretario di Stato Usa Anonty Blinken ha definito le manovre del gigante asiatico una “escalation significativa” e l’ambasciatore cinese a Washington Qin Gang è stato convocato alla Casa Bianca per discutere di quelle che il portavoce John Kirby ha definito “azioni provocatorie della Repubblica popolare cinese”. Da parte sua Pechino, che ha ritenuto la visita di Pelosi una violazione della sua sovranità e integrità territoriale, ha sospeso il dialogo con gli Usa in diversi campi: cambiamento climatico, temi militari e lotta alla droga. Nello specifico, le misure annunciate includono la cancellazione del dialogo fra comandanti di area e responsabili della Difesa, oltre che dei colloqui sulla sicurezza militare marittima. Sospesa inoltre la cooperazione sul rimpatrio di immigrati illegali e sulle indagini in sede penale, nonché sulla criminalità transnazionale, sulle droghe e appunto sul cambiamento climatico. La Cina ha poi annunciato sanzioni contro Pelosi e i suoi parenti stretti, senza però specificare quali. Il ministero degli Esteri ha accusato la speaker, la funzionaria statunitense di più alto grado a visitare Taiwan in 25 anni, di aver ignorato le preoccupazioni e la ferma opposizione di Pechino alla sua visita nell’isola.

Per il secondo giorno consecutivo la Cina ha proseguito quelle che l’agenzia Xinuha ha descritto come esercitazioni militari “senza precedenti”. La manovra ha coinvolto più di 100 caccia e 10 navi da guerra. Il ministero della Difesa di Taiwan ha riferito che fino alle 17 di venerdì (ora locale) 68 aerei militari cinesi e 13 navi da guerra hanno continuato a svolgere frequenti attività intorno allo Stretto di Taiwan e hanno attraversato la linea mediana (non riconosciuta da Pechino, che rivendica la sovranità sull’isola). Inoltre, ufficiali militari cinesi hanno confermato che alcuni dei missili lanciati hanno sorvolato Taiwan. Sulla costa cinese di fronte all’isola, alcuni turisti si sono radunati per cercare di scorgere i caccia, hanno scattato foto e scandito: “Riprendiamoci Taiwan”.

Pelosi, arrivata in Giappone, ultima tappa del suo contestato viaggio in Asia, ha affermato che la Cina non riuscirà a isolare Taiwan impedendo ai funzionari statunitensi di recarvisi. La speaker ha incontrato il premier giapponese Fumio Kishida che ha definito le esercitazioni militari un “grave problema” che minaccia la pace e la sicurezza regionale. Giovedì cinque missili cinesi sono caduti nella zona economica esclusiva del Giappone (non riconosciuta dalla Cina in quanto, secondo Pechino, i due Paesi non hanno effettuato una delimitazione delle acque). Il segretario Usa Antony Blinken, che ha partecipato al summit dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico a Phnom Penh, in Cambogia, ha espresso solidarietà al Giappone e ha condannato le mosse della Cina definendole una significativa escalation.

Pechino “ha scelto di reagire in modo eccessivo e di usare la visita di Pelosi come pretesto per aumentare le attività militari provocatorie all’interno e intorno allo Stretto di Taiwan”, ha detto Blinken, sottolineando poi che la visita della speaker era pacifica e che la Cina non ha giustificazioni per aver lanciato un’esercitazione militare su larga scala. “L’Ue invita tutte le parti a mantenere la calma, agire con trasparenze e mantenere aperte le linee di comunicazione per evitare errori di calcolo che potrebbero portare a tragiche conseguenze”, ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, sottolineando che l’Unione “ha un chiaro interesse” a preservare la pace e lo status quo nello Stretto di Taiwan e dicendosi “fortemente preoccupato” per le azioni della Cina. Pechino può però contare sul sostegno della Russia, che ha beneficiato della posizione ‘accomodante’ del gigante asiatico nella guerra contro l’Ucraina. La Cina, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, “sta legittimamente prendendo provvedimenti per proteggere la sua sovranità” dopo le provocazioni di Washington.

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