A sei mesi dall'inizio dell'invasione russa la città devastata dai bombardamenti è diventata ormai uno dei simboli della brutalità degli attacchi compiuti da Mosca

Sei mesi dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, un sacerdote di Bucha è stato incaricato di seppellire i corpi di centinaia di civili trovati nelle fosse comuni della città devastata dagli attacchi. Padre Andriy, parroco della Chiesa di ‘Andrea l’Apostolo’, afferma che anche dopo la liberazione della città, l’orrore di ciò che è accaduto a marzo è ancora evidente. La più grande fossa comune di Bucha – una città fuori Kiev diventata un simbolo della brutalità dell’attacco russo – è stata scoperta proprio dietro la chiesa. “Questa fossa conteneva 116 persone, tra cui 30 donne e due bambini”, ha raccontato padre Andriy, che ha sepolto i civili trovati uccisi da colpi di arma da fuoco o da bombardamenti, alcuni dei quali sono ancora identificati solo con un numero mentre prosegue il processo per cercare di dare un nome a tutte le vittime di Bucha.

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