Il leader russo minaccia di tagliare le forniture a chi imporrà un price cap. La presidente della Commissione Ue replica: "Basta ricatti"
Un piano di cinque punti per uscire dal vicolo cieco del ricatto del gas russo e far fronte al caro-prezzi. La Commissione europea ha scoperto le carte sulle misure che intende proporre ai ministri dell’Energia venerdì. Il price cap ci sarà ma al momento solo sul gas russo, e servirà a “tagliare le entrate che Putin usa per finanziare questa atroce guerra contro l’Ucraina”, ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha convocato un punto stampa per annunciare le misure prima dell’incontro con i rappresentanti degli Stati membri. Messo così, il massimale al metano russo nel momento in cui le importazioni sono scese dal 40 al 9%, si configura più come una sanzione alla Russia che come una misura per calmierare i prezzi del gas nell’Ue. Ecco perché von der Leyen non esclude un tetto anche alle altre fonti di gas, come il gnl in arrivo via mare. L’ipotesi è sul tavolo ma “dobbiamo restare competitivi per i fornitori di Gnl e dobbiamo anche assicurare che il prezzo che paghiamo non sia straordinariamente alto, che sia in una forchetta ragionevole”, ha affermato.
Dopo il risparmio sul gas l’Ue intende introdurre politiche per ridurre anche il consumo di energia elettrica, spesso prodotta dal gas, in modo intelligente. L’idea è quella di introdurre obiettivi vincolanti per gli Stati per intervenire sui picchi di consumo nelle ore di punta. Allo stesso tempo, tuttavia, consumatori e imprese dovrebbero essere tutelate con interventi da finanziare sia con l’utilizzo dei profitti extra delle aziende che producono elettricità a basso costo. “Le fonti di energia a basse emissioni di carbonio stanno realizzando entrate inaspettate, che non riflettono i loro costi di produzione” proprio per il meccanismo del prezzo marginale per cui il prezzo del gas trascina quello delle altre fonti. “Lo stesso vale per i profitti inaspettati delle compagnie di combustibili fossili”, ha rimarcato la presidente von der Leyen, che propone un contributo di solidarietà anche per tali aziende, “perché tutte le fonti di energia devono aiutare ad affrontare questa crisi”. Gli Stati membri – ha spiegato – dovrebbero investire queste entrate per sostenere le famiglie vulnerabili e investire in fonti energetiche pulite di produzione propria. Con i prezzi alle stelle le compagnie di servizi energetici sono esposte a problemi di liquidità, per questo “devono essere supportate per far fronte alla volatilità dei mercati” la Commissione si impegnerà con i regolatori mobiliari e bancari “per esplorare modi che consentano ai partecipanti al mercato di trovare la garanzia per soddisfare le richieste di margini” e avere la liquidità necessaria. Verrà anche aggiornato il nostro quadro temporaneo per consentire la rapida consegna delle garanzie statali.
Dalla proposta della Commissione spariscono le ipotesi di controllo del mercato Ttf di Amsterdam e il coinvolgimento della Bce nella vigilanza dei prezzi, ma non è escluso che i Ventisette possano proporli venerdì, assieme all’ipotesi di una Centrale di acquisto comune europea. Un po’ per necessità dettata dalle interruzioni di Gazprom, un po’ per i vari sforzi di riduzione della domanda e differenziazione delle fonti, fatto sta che l’Ue si ritrova ben oltre quello scenario di riduzione di due terzi del gas russo entro l’anno. E con le riserve già all’82%. Ad oggi la Norvegia sta fornendo più gas della Russia. “Questo lavoro era necessario”, ha rimarcato von der Leyen, “in modo da non essere più ricattati dalla Russia e dagli annunci di Putin”. La reazione di Mosca è stata quella che ci si aspettava: niente più gas all’Europa se impone il price cap. “Se saranno adottate decisioni di natura politica in contrasto con i contratti, semplicemente non li onoreremo. E non forniremo proprio nulla, non forniremo gas, petrolio, carbone, olio combustibile, nulla”, ha detto Putin, parlando dall’Eastern Economic Forum (Wef). “Limitare i prezzi del gas proveniente dalla Russia è un’assurdità senza futuro”, ha rincarato la dose il capo del Cremlino. Anche perché il resto del mondo compra da Mosca e bisognerà vedere quali saranno gli effetti secondari di una tale misura sui mercati globali.
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