Biden avverte Putin: "Non usi armi nucleari". Il Cremlino replica: "Pronti a usarle solo se attaccati"

Mentre avanza la controffensiva ucraina, aumentano i timori che il presidente russo Vladimir Putin possa prendere in considerazione l’uso di armi chimiche o nucleari in Ucraina. “Non farlo. O cambieresti il volto della guerra come nulla dai tempi della Seconda guerra mondiale”, ha avvertito il presidente Usa, Joe Biden, in un’intervista a Cbs, ammonendo che la risposta sarebbe “consequenziale”, “diventerebbero più paria nel mondo di quanto non siano mai stati. E la risposta sarebbe determinata dall’entità di quanto fatto”. Il Cremlino, per parte sua, ha rimarcato che la possibilità di utilizzare armi nucleari in Ucraina è indicata nella dottrina nucleare della Federazione russa. “Leggete la dottrina. È tutto scritto lì”, ha detto il portavoce Dmitry Peskov. Gli scenari in base ai quali Mosca potrebbe teoricamente utilizzare armi nucleari prevedono che ciò sia possibile in caso di aggressione contro la Russia o i suoi alleati con l’uso di armi di distruzione di massa, o aggressione con l’uso di armi convenzionali quando l’esistenza dello Stato stesso sia minacciata. Circostanze dai confini sfumati, in una guerra caratterizzata da accuse reciproche e operazioni false flag.

L’esercito russo è in difficoltà, per quanto negli ultimi tre giorni abbia lanciato 13 missili da crociera contro Kryvyi Rih, la città del presidente Volodymyr Zelensky. “Iskander, Kh, e i più costosi missili russi, Kinzhal, dei quali hanno solo alcune decine. Sembra una follia, ma questa è la nostra realtà”, ha riferito su Telegram il capo dell’amministrazione militare della città, Oleksandr Vilkul. L’intelligence militare britannica ha avvertito che “qualsiasi sostanziale perdita di territorio nel Luhansk minerà inequivocabilmente la strategia russa. La Russia tenterà probabilmente di condurre una difesa ostinata di quest’area, ma non è chiaro se le forze russe in prima linea abbiano riserve sufficienti o morale adeguato per resistere a un altro assalto ucraino”. Kiev vorrebbe intensificare l’offensiva e chiede nuove armi, con il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak che punge i paesi occidentali rimarcando che “hanno molti sistemi di difesa aerea/missilistica moderni ed efficaci. Ma i missili non volano su Parigi, Roma o Berlino. Volano sulle città ucraine. Forse è il momento di proteggere i civili e le infrastrutture critiche? O aspetteremo un disastro causato dall’uomo su larga scala?”. A Mosca, intanto, arriva il soccorso del leader ceceno, Ramzan Kadyrov, che dopo aver invocato la mobilitazione di tutte le regioni russe ha annunciato che due battaglioni “si sono uniti all’enorme numero di truppe alleate nel Donbass” e “sono pronti a ribaltare tutte le posizioni del nemico”.

Dall’Ucraina è arrivata invece la notizia che il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa inviato da Bergoglio nel Paese per la sua quarta missione, è stato coinvolto in una sparatoria. Era insieme a due vescovi, uno cattolico e uno protestante, e accompagnato da un soldato, ha caricato il suo pulmino di viveri e alla seconda delle tappe previste il gruppo è stato raggiunto da colpi d’armi da fuoco. Il cardinale, insieme agli altri, si è dovuto mettere in salvo. “Per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire… perché non basta correre, bisogna sapere dove”, ha raccontato a Vaticanews. Buone notizie, invece, per il free-lance italiano Mattia Sorbi, ferito nelle vicinanze di Kherson il 31 agosto, per cui l’Unità di crisi della Farnesina ha curato un’operazione di rientro per via aerea a Milano con assistenza medica, in collaborazione con la Croce rossa italiana e la Croce rossa russa. Quest’ultima, in particolare, ha reso possibile il trasferimento del giornalista da Kherson fino all’aeroporto di Mineralnye Vodi, in Russia, per proseguire poi il viaggio verso l’Italia via Istanbul con un’aeroambulanza predisposta dal nostro ministero degli Esteri. “Sto bene e presto potrò darvi mie notizie! Ho tanto da raccontarvi!”, ha scritto su Facebook Sorbi, che proseguirà ora le cure in Italia in strutture specializzate, con la collaborazione della Croce rossa italiana

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