Aveva dichiarato di ricoprire l’importante incarico a titolo gratuito, ma lo statuto del club nerazzurro, fanno notare i legali asiatici, non prevede questa eventualità

L’istituto di credito cinese China Construction Bank (Asia) Corporation Limited, rappresentata dallo studio legale D’Andrea &Partners, il 27 luglio scorso ha depositato un ricorso nei confronti dell’Inter in merito ai compensi ricevuti dall’imprenditore cinese Steven Zhang in qualità di presidente della società nerazzurra.

Zhang è anche presidente della Suning International, divisione internazionale di Suning Holdings Group. La vicenda nasce dalla crisi che ha colpito il colosso cinese Suning, che ha dichiarato fallimento in Cina. A questo punto i creditori dell’imprenditore – tra i quali oltre a China Construction Bank (Asia) Corporation Limited ci sarebbero altri 7 importanti istituti cinesi – hanno deciso di tentare di rivalersi sui suoi redditi italiani derivanti dall’incarico proprio di presidente dell’Inter. Zhang aveva dichiarato di ricoprire l’importante incarico a titolo gratuito, ma lo statuto dell’Inter, fanno notare i legali della banca cinese, non prevede questa eventualità. E proprio per questo, con la causa civile che prenderà il via il prossimo 8 marzo davanti al giudice Alima Zama della sezione specializzata per le Imprese del Tribunale di Milano, i legali della banca cinese puntano a far invalidare la delibera del Cda dell’Inter del 18 febbraio 2019 nella quale si dichiarava che Zhang non percepiva emolumenti da parte del club nerazzurro, per poi eventualmente cercare di aggredire le somme ricevute dall’imprenditore cinese da parte della società calcistica milanese.

Zhang, da quanto si è saputo, non ha presentato ricorso ad Hong Kong contro la sentenza emessa nell’agosto scorso, che vedeva il presidente dell’Inter e di Suning International soccombente nei confronti di alcune banche cinesi. Gli istituti di credito di Pechino e Shanghai avevano promosso l’azione giudiziaria nel tentativo di recuperare circa 225 milioni di dollari (250 milioni di euro, ndr.) di prestiti emessi a favore di Zhang. Dopo che il termine per presentare ricorso è scaduto, la sentenza del Tribunale cinese è diventata esecutiva e gli istituti di credito di Pechino, con China Construction Bank (Asia) Corporation Limited come capofila, stanno cercando di aggredire anche i redditi italiani di Zhang.

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