Secondo il ministro Tajani "è stato indicato dal governo Draghi"

A Bruxelles si è aperto il caso Di Maio. O meglio il nome dell’ex ministro degli Esteri come possibile inviato speciale dell’Ue è più una questione che tocca il nuovo governo italiano. La candidatura dell’ex Cinque Stelle per la nuova posizione di rappresentante speciale per il Golfo Persico è stata fatta dal precedente governo Draghi, dopo la decisione dell’Ue di creare una tale figura “presentata nella comunicazione congiunta su un partenariato strategico con il Golfo il 18 maggio 2022 e successivamente approvata nelle conclusioni adottate il 20 giugno dal Consiglio”, come spiega una portavoce Ue.

Stando a quanto riportano fonti europee, Luigi Di Maio è il favorito nella competizione, e sarebbe stato preferito nelle valutazioni del comitato tecnico da sottoporre al giudizio dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, al cipriota Markos Kyprianou, all’ex inviato dell’Onu in Libia, lo slovacco Jan Kubis, e all’ex ministro degli Esteri greco e commissario europeo all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos.

In molti si aspettavano che l’ex titolare della Farnesina, reduce dall’esperienza fallimentare del suo progetto ‘Impegno Civico’ e rimasto fuori dal Parlamento alle scorse elezioni, avrebbe ricoperto un qualche ruolo magari internazionale. Ora però l’eventuale nomina agita le acque del nuovo governo che si ritrova con la notizia di un candidato dell’Italia favorito ma con un nome non proprio gradito alla maggioranza di centrodestra. Il neoministro degli Esteri, Antonio Tajani, intercettato dai cronisti, ha preso le distanze sottolineando che il suo nome “è stato indicato dal precedente governo”. Mentre la Lega al parlamento europeo, con un’interrogazione a Borrell firmata dall’europarlamentare Paolo Borchia, chiede quali siano i titoli per una possibile nomina di Di Maio a inviato speciale dell’Unione europea nel Golfo Persico “per occuparsi di energia e gas”. Per il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, il governo deve far ritirare la candidatura. “Mi auguro – ha rimarcato – che il governo Meloni chiarisca che non può essere certamente in questa fase, con un nuovo governo, Di Maio ad essere designato dall’Italia, non avendo i requisiti”.

Da Bruxelles fanno sapere che “la procedura per scegliere e nominare il Rappresentante speciale dell’Ue per il Golfo non è stata ancora completata. Comunicheremo questo posto e le sue modalità (mandato, budget) una volta che tutte le decisioni saranno state finalizzate e adottate”. In base a un accordo di principio sulla nomina di un Rappresentante speciale Ue, l’Alto rappresentante inviterà gli Stati membri tramite il comitato politico e di sicurezza, in cui siedono gli ambasciatori degli Stati, a proporre candidati. E’ poi Borrell che deve organizzare il processo di selezione e presentare una raccomandazione agli Stati membri. “Se gli Stati membri danno il loro appoggio politico a tale raccomandazione, il Consiglio adotterà formalmente la decisione. Spetta agli Stati membri decidere quali e quanti candidati proporre. Come in qualsiasi processo di selezione, i candidati possono scegliere di ritirarsi”, spiega la portavoce. Insomma, ora spetta al governo italiano decidere se lasciar correre gli eventi o spingere per il ritiro della candidatura di Di Maio. Va detto però che gli inviati speciali, nel loro mandato, agiscono a nome dell’Ue e non del paese che li propone. A oggi sono nove i rappresentanti speciali istituiti, tra cui quello per il Sahel affidato all’italiana Emanuela Del Re, ex viceministra degli Esteri, a cui si aggiungerà quello per il Golfo Persico.

Incarico fondamentale per i prossimi approvvigionamenti energetici e per i nuovi interessi geopolitici, come ha sottolineato proprio oggi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo al Manama Dialogue nel Bahrain. “La sicurezza del Golfo è importante per l’Europa, poiché la sicurezza dell’Europa è importante per il Golfo. Pertanto, nomineremo un rappresentante speciale nel Golfo”, ha detto la presidente. “Uniamo le forze per la nostra sicurezza collettiva – ha esortato -. Credo siamo di fronte a un’opportunità storica per costruire nuovi legami tra le nostre regioni. Per il nostro reciproco vantaggio. Per oggi e per il lungo periodo”.

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