Per Bruxelles Budapest non ha fatto abbastanza in tema di riforme su corruzione e trasparenza
Per la Commissione europea l’Ungheria non ha compiuto progressi sufficienti nelle sue riforme e ha deciso quindi di confermare la sua proposta di sospendere l’erogazione di fondi per la coesione per un valore di 7,5 miliardi di euro. Per Bruxelles Budapest deve raggiungere tappe fondamentali per i suoi fondi per la ripresa e la resilienza.
La Commissione ha presentato oggi al paese guidato da Viktor Orban una valutazione nell’ambito della procedura di condizionalità. La Commissione ritiene che, nonostante le misure adottate, permanga un rischio per il bilancio dell’Ue, dato che le misure correttive che devono ancora essere realizzate sono di natura strutturale e orizzontale, si legge in una nota. Sono pertanto sospesi i pagamenti dei fondi per la coesione pari a 7,5 miliardi.
“Sebbene siano state intraprese o siano in corso numerose riforme, l’Ungheria non è riuscita ad attuare adeguatamente gli aspetti centrali delle necessarie 17 misure correttive concordate nell’ambito del meccanismo di condizionalità generale entro la scadenza del 19 novembre, come si era impegnata a fare. Questi riguardano, in particolare, l’efficacia della neonata Autorità per l’integrità e la procedura per il controllo giurisdizionale delle decisioni dell’accusa”, si legge nella nota della Commissione europea. “La Commissione ha concluso che sussistono le condizioni per l’applicazione del regolamento e che saranno necessarie ulteriori misure essenziali per eliminare i rischi rimanenti per il bilancio dell’Ue in Ungheria. Di conseguenza, la Commissione ha deciso di mantenere la sua proposta iniziale del 18 settembre di sospendere il 65% degli impegni per tre programmi operativi nell’ambito della politica di coesione, per un importo di 7,5 miliardi di euro. La Commissione mantiene altresì la sua proposta secondo cui non si possono assumere impegni giuridici con alcun fondo di interesse pubblico”. Il Consiglio avrà ora tempo fino al 19 dicembre per votare sulla questione, richiedendo la maggioranza qualificata per l’entrata in vigore della sospensione dei fondi.
Cosa chiede l’Ue all’Ungheria
La Commissione europea ha inserito nel piano di ripresa e resilienza ungherese 27 “‘super pietre miliari’, che devono essere pienamente e correttamente attuate prima che qualsiasi pagamento nell’ambito dell’Rrf possa essere effettuato all’Ungheria“. Queste comprendono l’attuazione effettiva di tutte le 17 misure correttive nell’ambito del meccanismo di condizionalità generale. Misure di contrasto alla corruzione: tra queste, la creazione di nuovi organi e autorità indipendenti – un’Autorità di Integrità e una Task Force Anticorruzione – dotati degli strumenti e della capacità di agire quando le autorità pubbliche non lo fanno; introducendo la possibilità per chiunque di contestare in tribunale le decisioni degli investigatori o dei pubblici ministeri di non indagare o perseguire; aumentare significativamente la quantità di informazioni richieste ai funzionari pubblici quando effettuano dichiarazioni patrimoniali; e aumentare la trasparenza.
Misure per migliorare la concorrenza e la trasparenza negli appalti pubblici, norme rafforzate sui conflitti di interesse, maggiori requisiti di audit e controllo, l’uso dello strumento di valutazione del rischio Arachne della Commissione, uno strumento informatico che sostiene gli Stati membri nelle loro attività antifrode, consentendo loro di raccogliere dati sui destinatari finali di fondi, contraenti, subappaltatori e titolari effettivi; e garantire che l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) possa condurre efficacemente indagini in Ungheria.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata