La guerra della Russia in Ucraina si combatte anche sul tavolo della crisi energetica. Il Consiglio Ue ha deciso di fissare a 60 dollari al barile un massimale per il prezzo del petrolio greggio e degli oli di petrolio e ottenuti da minerali bituminosi (codice NC 2709 00) originari o esportati dalla Russia.
Il prezzo massimo del petrolio russo, rende noto l’Ue, limiterà gli aumenti di prezzo guidati da condizioni di mercato straordinarie e ridurrà drasticamente le entrate che la Russia ha guadagnato dal petrolio dopo aver scatenato la sua guerra illegale di aggressione contro l’Ucraina. Servirà inoltre a stabilizzare i prezzi globali dell’energia, mitigando nel contempo le conseguenze negative sull’approvvigionamento energetico di paesi terzi.
Mosca però non accetterà un prezzo massimo per il petrolio russo. Mentre l’analisi di questa situazione è in corso, le autorità riferiranno su ulteriori decisioni, ha detto ai giornalisti Dmitry Peskov, addetto stampa del presidente della Federazione Russa. “Ora stiamo analizzando. Sono stati fatti alcuni preparativi per un massimale del genere. Non accetteremo questo massimale”, ha riferito il portavoce del Cremlino.
Venerdì i paesi dell’UE hanno concordato un prezzo massimo regolabile per il petrolio russo, fornito via mare, a 60 dollari al barile, e sabato la decisione dovrà essere approvata dal Consiglio dell’UE. Misure simili sono state annunciate dai paesi del G7 e dall’Australia.
La decisione sul price cap al petrolio russo da parte dei paesi Ue e del G7 è una “posizione debole” e una “decisione poco seria”. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come riporta Ukrainska Pravda.
“Purtroppo, la discussione sui massimali di prezzo, ovvero sulla limitazione del prezzo all’esportazione del petrolio russo, si è conclusa senza decisioni serie. Perché non si può chiamare una decisione seria fissare un tale limite per il prezzo del petrolio russo”, ha affermato Zelensky, aggiungendo che “La Russia ha già inflitto perdite colossali a tutti i paesi del mondo destabilizzando deliberatamente il mercato dell’energia. Questa è una posizione debole ed è solo una questione di tempo prima che si debbano utilizzare strumenti più forti”.
“La logica è ovvia. Se il limite di prezzo per il petrolio russo è di 60 dollari al barile anziché, ad esempio, di 30 dollari come menzionato, in particolare, dalla Polonia e dai paesi baltici, il bilancio russo riceverà circa 100 miliardi di dollari all’anno. Questo denaro andrà non solo alla guerra e non solo all’ulteriore sponsorizzazione russa di altri regimi e organizzazioni terroristiche. Questi soldi serviranno anche per destabilizzare ulteriormente proprio quei Paesi che ora stanno cercando di evitare decisioni serie”, ha detto ancora Zelensky.