Contrasto sul numero delle vittime: Kiev ne conta 400, Mosca ne ammette 63

Una scuola tecnica professionale usata come base per i soldati russi mobilitati è diventata il più recente terreno di guerra, anche mediatica, tra Russia e Ucraina. Nella notte di Capodanno la struttura militare di Makiivka, nella regione occupata di Donetsk, è stata colpita dalle truppe ucraine. Nonostante l’esercito ucraino ammetta che il numero preciso dei soldati russi uccisi “è in fase di chiarimento”, Kiev afferma che si aggirerebbe intorno ai 400 morti e 300 feriti. L’attacco è stato sferrato a mezzanotte, mentre i militari erano a tavola. Bilancio ben diverso da quello reso noto dal ministero della Difesa russo, che parla di “63 militari” russi “uccisi da quattro razzi ad alto esplosivo” Himars di fabbricazione statunitense. Secondo Mosca l’attacco “è stato causato dall’uso attivo dei telefoni cellulari da parte dei militari in arrivo” nella base di Makiivka. “Il nemico ha usato un complesso di ricognizione Echelon per identificare l’attività dei cellulari e la posizione” di chi li stava usando, riferiscono le forze dell’ordine dell’autoproclamata repubblica di Donetsk.

Mentre l’ex generale della Bundeswehr e della Nato Hans-Lothar Domröse ipotizza un possibile cessate il fuoco in estate, continuano gli attacchi da entrambe le parti. Un drone ucraino è stato abbattuto vicino alla città russa di Voronezh. Nella notte tra domenica e lunedì, invece, è stata ancora Kiev il bersaglio dei razzi di Mosca: 40 droni esplosivi sono stati lanciati dai russi, 22 dei quali sono stati distrutti. Il sindaco di Kiev ha riferito di nuovi danni alle strutture energetiche della capitale, costretta a tornare alle interruzioni di corrente di emergenza.

L’Unione europea, dal canto suo, ha avviato la formazione dei soldati ucraini sul territorio degli Stati membri. La missione di Bruxelles è quella di addestrare fino a 15.000 militari. “L’Ue è al vostro fianco, finché sarà necessario. Sosteniamo la vostra eroica lotta. Una lotta per la libertà e contro la brutale aggressione”, ha ribadito Ursula von der Leyen, dopo una telefonata con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. La presidente della Commissione europea ha promesso a Kiev “generatori, lampadine, pensiline e scuolabus” e il proseguimento dell’assistenza finanziaria: “Presto inizieremo a erogare il nostro pacchetto di sostegno da 18 miliardi di euro in tranche mensili“, ha assicurato von der Leyen. Sostegno per cui Zelensky ha ringraziato l’intera comunità europea, in attesa di ricevere da gennaio “la prima tranche dell’assistenza macrofinanziaria e il primo lotto di lampade led, scuolabus, generatori e case modulari”.

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