Cambio al vertice delle forze armate russe. Test sul super-siluro Poseidon per Mosca

Il destino della città devastata di Soledar, nell’est dell’Ucraina, è in bilico. Mentre il Gruppo Wagner continua a sostenere di averla conquistata, Kiev afferma che le sue forze stanno resistendo al furioso assalto russo. “La battaglia continua” e “la linea di Donetsk tiene”, ha detto ieri in serata Volodymyr Zelensky. Mentre sempre in serata il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha ribadito dal canto suo che Soledar sarebbe stata “completamente liberata”. Oggi gli accessi alla città di Soledar sono in realtà disseminati dei corpi dei soldati di Putin uccisi “tuttavia loro si muovono direttamente sopra i corpi dei loro soldati caduti”. È quanto ha detto la vice ministra Ucraina della Difesa, Hanna Malyar, in un briefing di cui riferisce Unian, e aggiunge: “Oggi continuano le battaglie più dure e pesanti nella zona di Soledar, in direzione di Bakhmut. Nonostante la difficile situazione, i soldati ucraini stanno combattendo in modo disperato. Il nemico sta cercando senza successo di sfondare le nostre difese e di catturare Soledar, subendo pesanti perdite”.

Cambi al vertice in Russia

Intanto, in un apparente riconoscimento delle battute d’arresto sul campo di battaglia, il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha annunciato la sostituzione del capo delle forze russe in Ucraina: al comando ha messo Valery Gerasimov, capo di Stato maggiore delle forze armate russe, mentre l’uomo che finora guidava le truppe in Ucraina, Sergey Surovikin, è stato declassato a vice. Segno che Vladimir Putin non era pienamente soddisfatto del suo operato.

Cosa rappresenta Soledar

Quella di Soledar è una delle più feroci e sanguinose battaglie di terra degli ultimi 11 mesi di guerra, con pesanti bombardamenti da parte delle forze russe che utilizzano jet, mortai e razzi. Un assalto che un ufficiale ucraino ha definito senza tregua. Nota per l’estrazione e la lavorazione del sale, Soledar ha poco valore intrinseco ma si trova in un punto strategico: è 10 chilometri a nord della città di Bakhmut, che le forze russe vogliono circondare. La conquista di Bakhmut interromperebbe le linee di rifornimento dell’Ucraina e aprirebbe ai russi la strada verso Kramatorsk e Sloviansk, roccaforti ucraine chiave nella provincia di Donetsk. Provincia che insieme alla vicina Luhansk, con cui costituisce la regione del Donbass, era il principale obiettivo territoriale dichiarato da Mosca nell’invasione dell’Ucraina.

Da Mosca è poi filtrata la notizia che il sottomarino nucleare russo Belgorod ha completato una serie di test di lancio del ‘super-siluro’ Poseidon, per verificare il funzionamento del sistema di lancio. E il Cremlino, per bocca del suo portavoce Dmitry Peskov, ha ribadito che al momento non ci sono prospettive di colloqui di pace con Kiev: come ostacoli, ha indicato “la legge ucraina” che “vieta al presidente ucraino di avere qualsiasi contatto o dialogo con noi” e “condizioni in cui gli occidentali non sono ovviamente inclini a concedere a Kiev alcuna flessibilità”.

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