Il contenuto della bozza di relazione

La commissione per le libertà civili del Parlamento europeo ha approvato le proposte per rendere più facile per gli europei votare e candidarsi alle elezioni municipali nel paese dell’Ue in cui risiedono. In questa bozza di relazione (che integra quella approvata dalla commissione per gli affari costituzionali a dicembre in relazione ai diritti dei cittadini mobili alle elezioni europee), i deputati chiedono l’eliminazione delle barriere linguistiche, la semplificazione delle procedure di registrazione per tutelare meglio i diritti dei gruppi vulnerabili e per rendere più facile il voto attraverso l’introduzione del voto per corrispondenza, anticipato, per delega o elettronico. Anche in questo caso, i deputati cercano di rimuovere le cosiddette disposizioni di “deroga”, che attualmente consentono a uno Stato membro di limitare il diritto di voto e di eleggibilità degli europei mobili quando la loro popolazione cresce a oltre il 20% di tutti i cittadini dell’Ue (nazionali e mobili) residente nel suo territorio.

La bozza di proposta eliminerebbe anche le norme che attualmente consentono ai paesi dell’Ue di riservare ai propri cittadini le posizioni di vertice nelle amministrazioni locali. Le due relazioni dovrebbero essere presentate alla sessione plenaria di febbraio a Strasburgo. I deputati sperano di finalizzare il processo in tempo per le elezioni europee del 2024.

Il 25 novembre 2021 la Commissione europea aveva presentato la sua proposta per chiedere ai paesi dell’Ue di nominare autorità per informare in modo proattivo i cittadini mobili dell’Ue che risiedono nel loro territorio in merito alle condizioni e alle norme dettagliate per la registrazione come elettore o candidato alle elezioni comunali, prima e dopo la loro registrazione. Sulla base dei dati del 2020, la quota di cittadini mobili dell’Ue rispetto alla popolazione votante complessiva varia notevolmente tra i paesi dell’Ue. È di gran lunga il più alto in Lussemburgo (40,4%) e il più basso in Polonia (0,09%). A Cipro, Irlanda, Belgio, Austria e Malta, anche la quota di cittadini comunitari non nazionali in età di voto è considerevole, corrispondente tra il 7 e il 14% dell’elettorato.

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