Il ministro degli esteri russo: "Se Kiev rifiuta i negoziati diventa sempre più difficile trovare una soluzione"
“La guerra della Russia con l’Occidente non è più ibrida, ma quasi reale“. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Lo riporta Ria Novosti. La crisi Ucraina “stava maturando come un ascesso” con “il favore” dell’Occidente che e “ha rifiutato di rispondere agli argomenti esposti dal presidente” russo Vladimir Putin. Secondo Lavrov, parlando di ciò che sta accadendo in Ucraina “l’Occidente si stava preparando da tempo contro la Russia, cercando di distruggere tutto quello che è russo dalla lingua alla cultura, che era in Ucraina da secoli, e vietando alle persone di parlare la loro lingua madre”.
“I rappresentanti occidentali dicono direttamente a Kiev che è troppo presto per negoziare con la Russia, perché i negoziati sul conflitto devono iniziare da una posizione di forza, riportando la Russia ai confini del 1991″.
“Noi non colpiamo le infrastrutture civili e ci sono molte prove di questo. Tutto ciò che accade in termini di danni alle infrastrutture civili in Ucraina è legato alle azioni criminali del regime di Kiev, che da molti mesi dispiega di proposito sia armi pesanti che sistemi di difesa aerea nelle aree residenziali”.
“Se Kiev rimanda negoziati soluzione sempre più difficile”
“Noi, come ha detto il presidente Putin, non rifiutiamo i negoziati. Ma coloro lo fanno devono capire che più a lungo rifiutano i negoziati, più difficile sarà trovare una soluzione“.
“Con minacce Stati Uniti superano linea rossa”
“Minacciando altri Paesi di non lavorare con la Russia, gli Stati Uniti stanno già attraversando tutte le linee rosse”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. “La pressione che gli Stati Uniti, e anche gli inglesi, stanno esercitando sui paesi africani ma anche su quelli asiatici e latinoamericani dichiarando costantemente e pubblicamente che coloro che collaborano con la Russia se ne pentiranno supera tutte le linee rosse”, ha aggiunto. “Minacciano grandi Stati che sono civiltà millenarie”, ha concluso Lavrov.
Kiev: “Abbiamo bisogno di centinaia di tank, non 10 o 20”
“Abbiamo bisogno di carri armati, non 10-20, ma diverse centinaia”. Lo ha scritto via Telegram il capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Andriy Yermak. “Il nostro obiettivo sono i confini del 1991 e la punizione del nemico, che pagherà per i suoi crimini”, si legge nel messaggio, “l’obiettivo comune della democrazia nella lotta contro l’autocrazia è garantire uno sviluppo stabile e un ordine mondiale chiaro. Senza la vittoria dell’Ucraina, nulla di tutto ciò potrà accadere”. E ha aggiunto: “Ecco perché oggi ogni carro armato in grado di combattere deve essere al nostro fronte. Perché non si tratta solo del fronte ucraino”.
Kiev: “Putin ancora vivo perchè curato da medici occidentali”
“Purtroppo Putin è curato dai migliori medici occidentali, ecco perché è ancora vivo. Se fosse curato da medici russi, tutto finirebbe più velocemente”. È quanto ha affermato il vice capo della direzione generale del ministero della Difesa ucraino, il maggiore generale Vadym Skibitsky, in un’intervista al sito ‘Delfi’, come riporta Ukrainska Pravda. Secondo Skibitsky, se i medici non avessero curato Putin, la guerra in Ucraina sarebbe già finta.
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