L'autorizazzione a inviare mezzi pesanti è arrivata dal presidente Usa Biden e dal cancelliere tedesco Scholz

Trentuno Abrams M1 americani, 14 Leopard 2 modello A6 tedeschi, più altri corazzati dai Paesi alleati. L’Occidente ha deciso di fare sul serio e di sbloccare la questione carri armati da consegnare all’Ucraina. Dopo le indiscrezioni, sono arrivati gli annunci ufficiali. Nella mattinata di ieri, rispondendo alle domande dei parlamentari al Bundestag, è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz a confermare la decisione del suo governo per l’invio dei moderni carri Leopard 2 a Kiev, così come l’autorizzazione alla consegna dei corazzati all’Ucraina da parte di altri Paesi alleati. In serata è arrivato poi l’annuncio da parte del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sulla consegna all’Ucraina dei potenti Abrams americani.

Nel mezzo, un’importante consultazione tra Biden, Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Rishi Sunak e la premier Giorgia Meloni. Un vertice telefonico per ribadire l’impegno degli alleati al sostegno militare all’Ucraina, in stretto coordinamento euro-atlantico.Dura la reazione di Mosca. L’ambasciata russa a Berlino ha parlato di “decisione estremamente pericolosa” in riferimento all’invio dei Leopard tedeschi a Kiev, mentre per il Cremlino gli Abrams americani “bruceranno come tutti gli altri tank occidentali”. Il presidente russo Vladimir Putin, che ha ribadito la necessità della guerra per “difendersi dalle minacce nei territori vicini”, ha puntato il dito contro la presenza di militari Usa in Germania, definendoli, “di fatto, truppe di occupazione”.Kiev potrà, dunque, contare sui tanto attesi carri armati pesanti.

Quando arriveranno in Ucraina i tank?

Ma, come spiegato da Washington e Berlino, ci vorrà del tempo. Almeno tre mesi per i Leopard, hanno affermato Scholz e il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius. Mesi anche per la consegna degli Abrams, secondo quanto riferito da un alto funzionario delll’Amministrazione Biden, perchè verranno “appositamente prodotti” e non saranno prelevati dall’arsenale del Pentagono. Più rapidi, invece, i tempi per quanto riguarda l’addestramento degli equipaggi ucraini. Per i Leopard, la preparazione avverrà in Germania e potrebbe iniziare già entro i primi di febbraio. Per gli Abrams, Biden ha spiegato che l’addestramento inizierà “il prima possibile”, ma sarà necessario del tempo per la formazione completa sui sofisticatissimi corazzati americani.Una decisione, quella dei carri armati a Kiev, arrivata in “stretto coordinamento” tra gli alleati, come spiegato da Scholz, che ha sottolineato nuovamente la necessità di evitare “un’escalation tra Nato e Russia”.

L’unione di intenti tra Europa e Stati Uniti è stata ribadita anche da Biden. Il presidente Usa ritiene che con gli Abrams “l’Ucraina raggiungerà i suoi obiettivi strategici”. Aiuti militari arriveranno anche dall’Italia, che fornirà a Kiev artiglieria, come spiegato sempre da Biden dopo la telefonata con Meloni e i leader alleati. La Germania, dopo i primi 14 Leopard 2 dalle scorte dell’esercito, lavorerà per fornire almeno un’altra compagnia di carri armati a Kiev.Non è ancora chiaro il numero esatto dei Leopard su cui potrà contare l’Ucraina. Ma, dalla Polonia alla Norvegia, passando per l’Olanda, sono diversi i Paesi alleati che si sono detti pronti a consegnare i corazzati all’esercito di Kiev.

Le parole di Zelensky

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato Scholz, Biden e gli alleati per la decisione di fornire a Kiev i carri armati, sottolineando però che “numeri e tempi di consegna sono cruciali”. Kiev, inoltre, si aspetta che, dopo i corazzati, dall’Occidente arrivino anche caccia da combattimento, navi da guerra e sottomarini.Tutti armamenti necessari a contrastare un “avversario molto potente” come la Russia, ha rimarcato il vice-ministro degli Esteri ucraino Andrij Melnyk. Un appello destinato, almeno per il momento, a restare inascoltato. Scholz, ad esempio, ha ribadito che dalla Germania non ci sarà alcun invio di truppe o di caccia in Ucraina, ricordando che lo stesso approccio è condiviso dagli Stati Uniti. “La situazione, sotto questo aspetto, resta invariata”, ha sottolineato il cancelliere tedesco. 

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