Da Mosca il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov si è scagliato contro l'Occidente affermando che si è "raggiunto il punto di non ritorno"
La Nato spinge sulle munizioni per aiutare l’Ucraina e l’Ue annuncia il suo decimo pacchetto di sanzioni da 11 miliardi di euro per colpire la Russia. Mentre si avvicina l’anniversario dell’invasione russa del 24 febbraio, che diede il via alla guerra, gli alleati di Kiev intendono far sentire la loro presenza, e l’ultimo leader a recarsi a Kiev da Volodymyr Zelensky è stato il premier della Svezia, Ulf Kristersson. “Sapete che abbiamo invitato il presidente Biden. Quando ne avrà l’opportunità, penso che sarà felice di visitare l’Ucraina. Sarebbe un segnale importante di sostegno per la nostra società”, ha detto in conferenza stampa congiunta il presidente ucraino.
In serata è giunta la notizia che Zelensky sarà in collegamento video all’apertura del festival del cinema di Berlino, introdotto dall’attore e regista statunitense Sean Penn. Intanto da Mosca il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov si è scagliato contro l’Occidente accusando “la politica di Washington e dei suoi alleati europei di trasformare l’Ucraina in una testa di ponte anti-Russia” e affermando che si è “raggiunto il punto di non ritorno“.
I Paesi della Nato stanno aumentando la produzione di proiettili d’artiglieria da 155 mm e devono incrementarla ulteriormente per aiutare l’Ucraina, ha annunciato il segretario generale Jens Stoltenberg parlando al termine della ministeriale Difesa a Bruxelles. Gli Alleati non hanno raggiunto conclusioni su un nuovo impegno di spesa per la difesa, ma è “ovvio che dobbiamo spendere di più“, sottolineando che “se era giusto impegnarsi a spendere il 2% nel 2014, adesso lo è ancora di più. Perché viviamo in un mondo più pericoloso“. “Il mio pensiero è che invece di cambiare il 2% penso che dovremmo passare dal considerare il 2% come un tetto, a considerare il 2% del Pil come una base minima”, è l’opinione di Stoltenberg. La questione, ha riferito il capo del Pentagono Lloyd Austin, sarà sul tavolo del vertice di luglio a Vilnius.
Ad annunciare il decimo pacchetto di sanzioni Ue è stata la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. “In primo luogo, proponiamo ulteriori divieti di esportazione per oltre 11 miliardi di euro per privare l’economia russa di tecnologia critica e beni industriali“, ha spiegato, sottolineando che “per la prima volta in assoluto” alle sanzioni russe vengono aggiunte entità di Paesi terzi, cioè l’Iran. “Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno fornito alla Russia droni per attaccare le infrastrutture civili in Ucraina. Pertanto, stiamo ora aggiungendo sette entità dell’Iran”.
In assenza al momento di una decisione sui jet, da Kiev – dove l’amministrazione militare ucraina ha riferito che sono stati rilevati sei “palloni volanti” – il premier svedese ha tenuto la porta aperta in merito: “Per quanto riguarda l’invio di aerei da combattimento la scorsa settimana, quando ci siamo incontrati a Bruxelles, molti Paesi non lo hanno escluso. La coalizione internazionale deve compiere alcuni passi ma comprendiamo l’Ucraina quando dice che questo percorso non dovrebbe trascinarsi a lungo”, ha detto Kristersson. Quanto alla situazione sul campo, è stato lo stesso Zelensky a fare riferimento alla battaglia per Bakhmut: “La situazione più difficile e più calda oggi è nelle direzioni di Bakhmut e Vuhledar, ma i soldati ucraini stanno resistendo”, ha detto.
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